lunedì 27 aprile 2015

Le Cronache di Civettalandia. Dal 6° International Little Owl Symposium in Olanda. (1° Puntata)

Cari amici di gufi e civette, lo scorso mese di marzo (20-22) si è svolto in Olanda il 6° International Little Owl Symposium nella località a sud, Nieuwvliet al quale ho partecipato come realatore con un lavoro scientifico, ma anche come owlstoryteller, pensando a voi.  Prendendo appunti come a scuola ah ah!! Un regalo per tutti gli appassionati... da parte di owlstorytelling.
Un evento, il Simposio Internazionale della Civetta che periodicamente offre a tutti gli studiosi e ricercatori europei di confrontarsi, conoscersi e valutare le diverse situazioni presenti nel proprio Paese, magari la prossima volta proviamo a portarlo in Italia. 
Civetta (ph. Andrea Daina Palermo)
Un confronto di grande, straordinario interesse che quest’anno ha toccato il suo apice se pensate che sono intervenuti esperti di 14 nazioni e tra questi il sottoscritto che ha presentato una review sulla dieta della civetta in Italia, aggiornata al 2014.
Il programma tecnico è stato esaltante, come è stato emozionante e coinvolgente parteciparvi: pensate 415 slides tecniche in 6 ore 30 minuti di grande attenzione.
Qui sotto il programma completo, ovviamente tutte le relazioni (compresa la mia, di cui vi parlerò nell’ultima puntata) sono state presentate in inglese, con circa 20 minuti a disposizione per ciascuno (tra slides e conferenza).
Ora vi presenterò, a puntate, i dettagli di questo interessantissimo convegno, troverete una molte di informazioni davvero importanti, significative analizzando ogni conferenza tenuta dai relatori.


Logo di Stone Associazione di Tutela della Civetta in Olanda, organizzatori dell'evento 

Intanto ecco per voi il programma del Simposio Internazionale che si è svolto in marzo:

ILOWG: 6th Meeting of the International Little Owl Working Group 22 marzo 2015  Olanda

09:00 – 09:10 Welcome 
09:10 – 09:30 Survival, range use and dispersal of little owls in Southern Germany – New insights and implications for conservation  (Beat Naef- Daenzer-CH)
09:30 – 09:50 Little Owls in Portugal  (Ricardo Tomé-P)
09:50 – 10:10 Population dynamics of the Little Owl Athene noctua caused by landscape transformation in the Lviv region (Western Ukraine)  (Andriy-Taras Bashta-UKR)
10:10 – 10:30 Long-term population dynamics of the Little Owl Athene noctua in The Netherlands  (Ronald van Harxen-NL)
10:30 – 11:00 Coffee Break 
11:00 – 11:20 Little Owl in Spain - an overview since 2008  (Hugo Framis-ESP)
11:20 – 11:40 The Danish Little Owl population is declining fast and may soon face extinction (Lars Bo Jacobsen-DK)
11:40 – 12:00 Back from the brink of extinction? The Little Owl in Luxembourg  (Mikis Bastian-LUX)
12:00 – 12:20 Little Owl population trends in Slovakia  (Monika Chrenkova-SK)
13:20 – 13:40 The Little Owl in Britain  (Roy Leigh-UK)
12:20 – 13:20 Lunch 
13:40 – 14:00 22 years of Little Owl research in Flanders, Northern Belgium  (Philippe Smets-B)
14:00 – 14:20 Little Owl Athene noctua in towns of Poland  (Grzywaczewski Grzegorz-PL)
14:20 – 14:40 Knocking on the door of extinction: population dynamics, current research and conservation measures for Little Owl in Central Europe (Martins Salek-CZ)
14:40 – 15:00 The Little Owl in Czech/Austria border area  (Libor Opustil-CZ)
15:00 – 15:20 15 years of trinational conservation work -saving the little owl from extinction in the region of Basel (Françoise Schmit-CH)
15:20 – 15:50 Little Owl in Eastern Poland (Ignacy Kitowski-PL)
15:50 – 16:10 Feeding characteristics of Little Owl (Athene noctua) in Isparta centrum and its surroundings, Turkey (Ali Kayahan-TR)
16:10 – 16:30 Food composition of Little Owl Athene noctua in two agriculture landscapes
16:30 – 16:50 Towards establishing a new UK population estimate  (Gary Clewey-UK)
16:50 – 17:10 Little Owls Athene noctua: nichè trophic in Italy (Marco Mastrorilli-IT)
17:10 – 17:30 Little Owl conservation in Belgium - the movie  (Thierry Votquenne).

Il Simposio si è tenuto in una splendida tenuta agricola nei Polder olandesi. L’evento durato tre giorni ha visto una cena conviviale svolta nella serata del 20 marzo e un’escursione naturalistica sul campo nella serata del 21 e diurna nella mattina del 22. Il giorno clou per il Symposium è stato il 21 marzo. 
Seguendo l’ordine cronologico degli interventi, parto, come un buon Owlstoryteller deve fare, nel raccontarvi i dettagli più curiosi e interessanti delle prime presentazioni che riguardano lo status delle civette in Germania, Portogallo, Ucraina e Olanda. 
Le conferenze sono state tutte interessantissime poiché nel oro insieme hanno fornito un quadro completo dello statu continentale di questa specie che dimostra una fragilità notevole in alcune aree ma anche la capacità dell’uomo in alcune occasioni di fornire soluzione pratiche per favorire la ripresa della specie su scala locale. C’è molto da imparare e c’è tanto, tantissimo da condividere.  
Il chairman è Dries van Nieuwenhuyse, caro amico (che invitai nel lontano 2004 in Italia al convegno della civetta), autore del libro The Little Owl, la bibbia su questa specie, ma è anche uno straordinario motivatore e vera anima di questo simposio. Sarà lui a presentare e introdurre le relazioni di tutti gli ospiti, me compreso! 
Dries e Marco insieme con sullo sfondo il logo di STONE
Partiamo dalla Germania del sud.
Survival, range use and dispersal of little owls in Southern Germany – New insights and implications for conservation  (Beat Naef- Daenzer-CH)
Beat Naef Danzer CH (ph. Marco Mastrorilli)
Si parte alla grande, con una relazione che è il frutto di molti anni di studi sul campo, che permettono di avere una quadro interessante sul trend della specie, ma anche sulla biologia della stessa in questi ecosistemi, tra Svizzera e Germania meridionale, così diversi da quelli del Mediterraneo.
Il monitoraggio evidenzia tra le cose più interessanti che la mortalità elevata allo stadio giovanile (è risaputo che moltissime civette giovani muoiono entro il primo anno di vita, a volte oltre il 70%!) è da attribuirsi in gran parte alla predazione diretta nei nidi o nella fase successiva. Durante la relazione le cifre emerse sono impietose il 76% dei casi di mortalità sono da attribuirsi a predazioni, solo il 6% al traffico veicolare, il 3% a soggetti che muoiono per impatti contro edifici o perché restano chiusi all’interno degli stessi senza possibilità di uscita. Il resto è da attribuirsi a cause varie.
L’aspetto più interessante però è la tecnica di fornire prede direttamente nei nidi per fornire supplementi di alimenti che possano incrementare i tassi d’involo e risultati (poi questa tecnica e i suoi interessanti risultati li troveremo anche in altre relazioni che seguiranno) sono davvero molto positivi. Beat Naef  Daenzer ci illustra che la sopravvivenza nella prima fase, all’interno dei nidi sale moltissimo fornendo prede supplementari. 
Senza il nostro aiuto, ovvero cibo supplementare, la sopravvivenza è del 50% ma sale al 73% con il nostro aiuto!
Se valutiamo i dati guardando i soggetti che passano l’inverno e arrivano a riprodursi la stagioni successiva, si passa dal 28% di sopravvivenza senza il nostro aiuto al 38% quando gli ornitologi intervengono! Questo ci fa capire che gli ornitologi e l’uomo più in generale può essere d’aiuto e non solo il principale fattore limitante per gli Strigiformi.
La seconda conferenza è molto interessante poiché riguarda il Portogallo, area ed ecosistemi che ricordano molto quelli dell’Italia meridionale e insulare.
presentazione dal Portogallo 
Il relatore è uno dei civettologi più conosciuti, Ricardo Tomè che illustra lo status della civetta nel suo Paese evidenziando due ecosistemi principali le aree aride (pseudo-steppe) ove le civette nidificano in accumuli di pietre (come avviene talvolta in Sardegna, Sicilia, Puglia e Lazio) e le aree dove sono presenti anche alberi (campagne alberate come ad esempio gli uliveti, molto frequenti in Portogallo).
Ricardo Tomè (Portogallo)
Nel rapporto di Tomè si evidenziano i diversi comportamenti delle civette nell’uso dei posatoi e nella abilità di muoversi sul terreno per cacciare a seconda se nidificano sul terreno tra le pietre o su alberi. 
Tomè ci riporta anche alla realtà dell’effetto delle predazioni che possono arrivare al 48% (nelle nidiate di civetta) e identifica 3 predatori sugli altri, oltre alla faina che possiamo celebrare come la top Killer di civette, compie stragi anche la Genetta e alcuni casi sono riportati anche da parte della Lucertola ocellata, un lucertolone di grande dimensioni abili e nel muoversi tra le rocce e molto veloce nel divorarsi le uova e i pulli quando sono piccoli.

predatori di civetta in Portogallo
Dal Portogallo ci arrivano anche notizie sui parassiti in particolare, Tomè segnala il rilevamento di Leucocytozoon ziemann nel 36% del campione delle civette analizzate.
I dati discriminando lo stadio giovanile e gli adulti, mostra una netta prevalenza di parassiti negli adulti, lo studio delle parassitosi negli Strigidi è talmente raro che vale la pena di segnalare ogni informazione esistente.

comportamenti di caccia della civetta in Portogallo
La conferenza seguente ci mostra una sorpresa almeno secondo quelle che erano le mie convinzioni, a parlarne è Andriy-Taras Bashta.

la presentazione dello status della Civetta in Ucraina
L’Ucraina è uno di quei nuovi stati formatisi dallo scioglimento dell’URSS e questa situazione ha prodotto notevoli cambiamenti sugli stili di vita di molte persone e la ricerca proposta da Bashta ci mostra un declino pericoloso della civetta in un’area dove in passato aveva un ottimo status demografico. Gli studi condotto in questa regione dell’Ucraina sono impietosi, a metà degli anni ’90 la civetta aveva densità significative con 5,2 / 8,9 maschi cantori per ogni 10 kmq. 
Il recente studio del 2014, ha mostrato un declino minaccioso in questa regione dell’Ucraina, con una densità scesa a 3,2/2,1 maschi cantori per ogni 10 kmq. Come vedete il declino supera il 50% della popolazione!

il decremento nel 2014

Le cause del decremento sono correlate a due fattori principali:
  1. incremento dell’agricoltura intensiva che ha privato le civette di habitat a lei più consoni.
  2. non meno rilevante il declino si lega all’abbandono delle campagne con una fenomeno di riforestazione (regrassing) o persino di urbanizzazione con strutture ed edifici meno idonei dei precedenti a favorire la nidificazione della civetta.
Andriy-Taras Bashta
Il declino della civetta purtroppo, come vedremo in altre relazioni che seguiranno, si sta manifestando anche in altre aree continentali, Simposi come questi servono anche per valutare l’importanza di strategie di conservazione su scala locale e internazionale e per valutare quali misure di tutela risultano più funzionali.
L’ultima delle conferenze che vi presento in questa puntata è tra le più belle e complete; la presenta il gruppo Stone (l’associazione olandese che organizza il Simposio)... quindi giocano in casa! Ma il relatore Ronald van Harxen è davvero un grande ed ascoltarlo è un vero piacere; si vede che conosce le civette in modo davvero approfondito.

Ronald van Harxen
Questa conferenza darà modo a Ronald van Harxen di dare un’idea di come si svolgono in modo perfetto le ricerche su scala nazionale con un gruppo di lavoro appassionato. Stone è un modello assoluto da seguire ed una delle anime di questo Simposio.
Si parte dalla stima delle popolazione olandese che oscilla tra le 7.000 e 9.000 coppie, ma la comunità olandese è divisa per aree in modo molto preciso.
Impressionante il grafico del loro lavoro sul campo per salvare le civette olandesi; pensate che Stone e gli olandesi hanno messo oltre 1400 nidi artificiali, un progetto partito nel lontano 1973, ma ci pensate una ricerca e un impegno di tutela che dura da qualcosa come 52 anni! Di fronte a queste cifre si impallidisce! 

l'incredibile campione nidi artificiali in Olanda
Pensate che hanno dati relativi alle deposizione e su un campione di ben 11.048  uova deposte,hanno una dato medio di deposizione di 3,71 uova.
Interessante quanto emerso anche in relazione alla mortalità giovanile, dove è stata rilevato un incremento della predazione da parte della faina, la quale probabilmente si è abituata ai nidi artificiali e cerca di sfruttarli a suo vantaggio. Nel frattempo ovviamente gli olandesi hanno tentato di porre riparo costruendo nidi con speciali sistemi di protezione. 
Altro dato interessante è la mortalità giovanile con animali morti per annegamento all’interno di secchi, pozze, fontane ecc.. per limitare tale fenomeno che porta ad una mortalità superiore al 10%, gli olandesi hanno predisposto alcune tecniche particolari che servono ad aiutare le civette. Ho raccolto foto e video in tal senso e quindi di questo vi parlerò in un video speciale che uscirà a breve su GUFOTUBE.

la mortalità dei giovani di civetta in Olanda
Gli olandesi sono stati anche tra i primi in Europa a monitorare i nidi con strumenti visuali (cam e videocamere) e in oltre 11 anni hanno scoperto che le civette olandesi hanno comunque una dieta molto varia. Micromammiferi e invertebrati costituiscono la porzione più rilevante, ma mentre ortotteri e coleotteri sono meno presenti rispetto alle aree xerotermiche del Mediterraneo, trovano ampio spazio in questi banchetti per civette i lombrichi e le larve. Tra le curiosità predazioni significative di rane e persino di salamandre!
Oltre a produrre molti libri (di alcuni di essi farò recensioni prossimamente) troviamo un interessante azione con le cam nei nidi che trovate in questo link http://www.noctua.org/webcam6.html   Buona visione!
La prima parte del Simposio si interrompe per una pausa caffè e anche noi sul blog, ci ritroveremo più avanti per la prossima puntata con altri interessanti resoconti. Seguitemi sempre su Owlstorytelling, per ricevere altri dettagli sulla conferenza potete contattarmi qui. Diventate lettori fissi, basta clikkare sulla destra. 






Nel cuore della provincia americana, in Minnesota non perdetevi un caffè, il relax e i gufi di Barista! (I Consigli per i guforistori 2° puntata)


Volete vivere l’atmosfera della provincia americana, in un bar che ama, adora e propone gufi in tutte le salse?  

L'America della provincia per quel poco che abbiamo visto è davvero meravigliosa, ma qui c'è un motivo in più...
Venite a Houston in Minnesota, la città dei gufi! 
E non perdetevi il caffè squisito in un locale che non dimenticherete mai! 
Qui predomina l’atmosfera rilassata, la cordialità e una sensazione davvero impagabile: ecco a voi la magia di BARISTA. 

Barista the house of Owls! (ph. Marco Mastrorilli)
Barista The Owl's House in Minnesota (ph. Marco Mastrorilli)
Siamo all'opposto di The Hooters a NY. Ma poiché gli opposti si attraggono non potevano non attrarre Marco The OwlStoryteller
All’esterno è un classico locale in legno, dipinto di blu con oltre un secolo di vita, con una di quelle insegne che vediamo nelle classiche sequenze filmiche dei film "stars and stripes"! 
In passato in questo locale era presente un barbiere e da allora oltre a vedere due poltrone vintage del vecchio locale è possibile ritrovare la stessa pavimentazione in legno che conserva ancora i segni di spostamenti ripetuti delle poltrone.

le vecchie poltrone da barbiere:vera storia americana (ph. Marco Mastrorilli)
le vecchie foto che arredano Barista (ph. Marco Mastrorilli) 
Barista visione interna (ph. Marco Mastrorilli)
Alle pareti si trovano ovunque gufo in ogni materiale, gufi dipinti e anche molte vecchie foto del locale e della cittadina di Houston, per ricordare un tempo passato, ma frequentando questo bar, pare proprio che il tempo si sia fermato. A volte in barista pare di essere sospesi nel tempo! Il relax è d’obbligo! 
Il nome è italiano, ma loro sono americani; tuttavia vi sentirete come a casa, perché persino i clienti che frequentano il bar si conoscono e si vive come in una grande famiglia., del resto questa è l’atmosfera di Houston e quindi non stupisca questo modo di vivere.
Questo è l’effetto della provincia americana che vi contagerà rendendo il vostro soggiorno incredibile.
Lo slogan che appare sulla parete non inganni; Life’s too short to drink cheap coffee significa La vita è troppo breve per bere il caffè a buon mercato vi fa capire che in questo santuario del relax vi potrete gustare prodotti selezionati con cura e passione.

Life’s too short to drink cheap coffee (Ph. Marco Mastrorilli)

Il gufo in legno fuori da Barista con l'uovo (ph. Marco Mastrorilli)
Ovunque nel bar trovate gufi in vendita (insieme al liquore di acero, un classico americano, al miele...) di pietra, di ceramica perché Barista ha proprio una venerazione per i gufi loro ci spiegava Karla del Festival of Owls, sono stati tra i primi a credere nel festival americano dedicato ai rapaci notturni. Si possono trovare persino degli splendidi gufimacinapepe!!! 

collane made in USA! (ph. Marco Mastrorilli)
il gufomacinapepe! (ph. Marco Mastrorilli) 
altri oggetti in vendita a tema gufo (ph. Marco Mastrorilli)
Ma cosa possiamo degustare in questo caffè dal lentico: cioccolate a tema gufo, dei Mochas con menta, mandorle, cocco o persino mirtilli. 
Io amo il The vi garantisco una buona selezione di The, ma per noi italiani che amiamo il caffè, Barista vi sorprenderà perché viene prodotto un “espresso” italiano davvero ottimo. 
Ovviamente non mancano i dolci e la torta di cioccolato che ho assaggiato ricorda molto la torta degli addobbi bolognese, ma se amate crostate o torte con le mele troverete anche altre torte casalinghe.
A mezzogiorno si preparano hamburger e altri piatti, ma di Barista noi abbiamo potuto gustare solo l’atmosfera della colazione. Ogni mattina o quasi dopo la colazione in casa di Rae e Ron, ci siamo sempre ritrovati qui....un rito quasi quotidiano!!!

Ron, Stefania e Rae (ph. Marco Mastrorilli) 
Barista hearth! (ph. Marco Mastrorilli)
L’ultimo giorno, prima di partire ho ritrovato Karla, Hein e Roar con cui ho condiviso questa esperienza seduti nel dehor in legno davanti al bar, che si degustavano un the e un caffè. 
Con l’arrivo delle bella stagione si può gustare l’atmosfera piacevolissima di questo bar anche all’aperto! 
Karla Bloem, Hein Bloem and Roar Wilheim sosta da barista al primo sole! (Ph. Marco Mastrorilli) 
Barista è il caffè che vi immaginate di poter trovare nel cuore degli stati Uniti lontano dal frastuono e dalla confusione della grande città, un locale dove ritroverete la vera essenza del popolo americano. se vi trovate in questa zona ve lo consiglio. Il bar è sempre aperto in settimana ma chiude la domenica. Per raggiungerlo si può arrivare in aereo a La Crosse (nel vicino Wiskonsin)e poi in 20 minuti dopo aver passato il ponte sul Mississippi, in venti minuti si raggiunge Houston, nel Minnesota.
Visitato nel marzo 2015. 
Per informazioni, consigli e suggerimenti potete scrivere qui. Seguitemi sul blog perché saranno tanti tantissimi i post sul gufoviaggio, sul festival dei gufi americano...siamo solo all'inizio... 



The Hooters New York (I Consigli per i guforistori 1° puntata)


Cominciamo il report del GUFOVIAGGIO negli Stati Uniti, svolto nel mese scorso.
Le emozioni sono state forse tra le più belle e intense mai provate in vita mia, specialmente in Minnesota, con la consegna del premio, il Festival of Owls, moltissime sorprese gufose, interviste e notizie e in tale orientamento vedrete prestissimo foto e video fantastici, alcuni tecnici ed altri divertenti, ed è proprio divertendoci che vogliamo cominciare.
Con questo post iniziamo una nuova rubrica che non avrà una cadenza regolare, ma posterò nuovi post, ogni qualvolta troverò nuovi locali (bar, birrerie, ristoranti..) da segnalare purché dedicati ai gufi. Sarà un mio aiuto per aiutarvi, quando siete in vacanza a trovare posti da ricordare e da visitare degni di attenzione, imperdibili o divertenti come quello che sto per presentarvi.
Ma per partire a raccontare di questo viaggio che mi farà fare decine di post, ho deciso di cominciare con una sosta speciale che abbiamo fatto a New York, in un locale che devo consigliare a tutti gli amanti dei gufi perché è qualcosa di davvero divertente e coinvolgente.
Il primo post lo dedico a The Hooters una serie di locali americani davvero particolari perché, mettono al centro del loro progetto proprio i gufi! 
la dura vita dell'owlstoryteller (ph. Stefania Montanino)
Ma proprio al centro, come appare dalle foto!
Hooters NY City! 33 street! (ph. Marco Mastrorilli) 
Ci sono infatti due catene di ristoranti: una si chiama Hooters of America  (con locali in 25 nazioni) e l’altra Hooters con sede in Florida (ed è quella che abbiamo visitato noi). Il nome Hooters ricorda il richiamo del gufo (che infatti è il simbolo dei locali) ma è anche un o slang americano con il quale si intende evidenziare i seni delle ragazze... non a caso la vista dei clienti potrebbe cadere sulle magliette aderenti delle simpatiche cameriere! 
Scherzi a parte, entrando in The Hooters si assapora il vero sapore del locale americano, per americani e non per turisti. C’è un solo locale a NY.
Keala mentre prende le nostre prenotazioni (ph. Marco Mastrorilli)
gufi ovunque....(ph. Marco Mastrorilli)
una salsa gufosa! (ph. Marco Mastrorilli)
Si trova a poche decine di metri dal Madison Square Garden (perché è un locale pensato per i tifosi delle squadre di basket e altri sport..), all’interno troviamo una fila interminabile di decine e decine di grandi schermi, dove sono trasmesse in simultanea tante partite di basket, qualcuna di football americano e baseball e si intuisce che questo è un regno per i tifosi, come vedrete dalle foto capirete presto, anche le motivazioni.
il secondo piano visto da fuori a New York davanti al Madison Square Garden  (ph. Marco Mastrorilli)
Infatti, il locale molto pulito, in vero American Style è proprio un ritrovo per tifosi, ricorda un pochino, per chi l’ha visto il locale protagonista del film Le ragazze del Coyote Ugly (con una delle mie attrici preferite Piper Perabo) e le cameriere sono tutte ragazze carine, con una divisa nel quale i gufi campeggiano in modo eclatante.
Lungo le scale... gufette in servizio (ph. Marco Mastrorilli)
Venire in questo locale circondato da questa allegria vi fa davvero sentire le Stars and stripes sulla pelle!
Le cameriere sono gentili e vi illustrano con piacere il menù disponibile: dal pollo fritto, alle ali di pollo, a vari hamburger, dovrebbe esserci il Fish and Chips, ma a NY non lo abbiamo trovato. 
Le patatine che ordiniamo sono favolose (belle con un taglio strano e curioso ma molto buone), nel mio caso faccio a meno delle salse mentre Stefania si ritrova il piatto completamente ricoperto di una salsa American style, a me attira poco, ma lei dice che è buono, solo (ma c’era da aspettarselo) che risulta molto piccante! 
le patatine gustose di The Hooters (ph. Marco Mastrorilli)
Ma The Original Wings è uno dei piatti tradizionali di The Hooters, quelli presenti sin dal lontano 1983 quando è nato il locale. The Hooters si trova in 3 sole città New York con un locale ma poi ne abbiamo ben 11 a Chicago e addirittura 12 a Tampa Bay! Tre città dove i tifosi sportivi non mancano! Mentre l’altra catena ha locali in tutto il mondo persino in Giappone, Costarica, Australia, Austria, Germania, Messico...
Il locale si sviluppa su due piani e ospita centinaia di persone: è davvero grande e le cameriere in stile Hooters sono decine! 
Mentre ci degustiamo i nostri piatti con grande soddisfazione, facciamo qualche filmato e presto lo lanceremo su GUFOTUBE, ma riesco anche a distinguere vari gufi distribuiti sulle bottiglie delle salse, sulle pareti e naturalmente non potevo perdermele.
E’ dura in posti come questi la professione dell’OWLSTORYTELLER!!! 
Alla fine del nostro delizioso pranzetto a base di fritto (in questo locale il fritto è un must!) decido di portarmi al piano superiore per scoprire l’angolo gadget e qui mi rendo conto di quanto sia forte il sentiment di The Hooters: c’è di tutto magliette di ogni tipo, portachiavi, bicchieri per whisky, calici da birra... il tutto firmato con il logo mitico The Hooters con la geolocalizzazione NY 33 Street!! E si respira a pieni polmoni l’America che vediamo nei film di sport!! Ci siamo proprio nel mezzo! 
Trovarsi in questo shop di The Hooters è davvero elettrizzante, è almeno su una T-shirt non riuscirete a trattenervi! 
Alla fine prima di uscire una foto di rito con le ragazze di The Hooters, ma questo posto lo consiglio a tutti coloro che vengono a NY è davvero un locale che ti fa sentire americano e poi, almeno per maschietti, oltre che le papille anche l’occhio è appagato!!
bicchieri a tema, sono solo alcuni degli innumerevoli gadget (ph. Marco Mastrorilli)

Hooters the original!! (ph. Marco Mastrorilli)
Per raggiungere The Hooters a NY consigliamo la Subway (metropolitana) che vi condurrà  alla fermata, poi scendete a piedi raggiungete la 33° Street che si trova proprio a poche centinaia di metri dal Madison Square Garden, la mitica arena dello sport, dove hanno combattuto Tyson, Alì, Sugar Leonard e dove giocano i New York Knicks dell’NBA. 
Uno di quei posti mitici, che solo l’America ti sa regalare!
Ora vi lascio il link, ma vi raccomando se andate a NY, Tampa o a Chicago questo locale non perdetelo per nessun motivo! Altrimenti che gufomaniaci siete!
Visitato nel marzo 2015. 
Per ulteriori informazioni sul locale potete scrivermi senza problemi qui. 



venerdì 24 aprile 2015

Un commercio di gufi indiani da brividi! Ecco cosa emerge da un interessante libro edito da Traffic India

E’ venuto il momento di cominciare a postare la miriade di informazioni, notizie e racconti legati ai gufoviaggi fatti in America, Olanda, Francia e Belgio.
Il racconto di oggi però, non è legato a luoghi, eventi o persone, visitati o conosciuti durante le avventure gufose in giro per il mondo ma è una recensione e descrizione di una pubblicazione che mi ha toccato davvero.
Si tratta di un libro che mi ha regalato David Johnson, direttore del Global Owl Project, grande ornitologo e caro amico: il libro è “imperilled custodians of the night: a study on illegal trade and use of owls in India.”

Alcuni gufi indiani catturati per essere venduti (cita. fotografica WWF Traffic india)
Si tratta di una monografia, un report che è un vero pugno nello stomaco e sono convinto che ne converrete una volta letto quanto accade ai gufi indiani.
Il libro è il frutto di un lavoro sconvolgente, dettagliato, profondo nei contenuti e nelle descrizioni ed è stato redatto da Abrar Ahmed. 
Un libro che tratta il traffico illegale (perché i gufi dal 1972 con il Wildlife Act sono animali protetti anche in India) di questi predatori notturni sollecitati da una richiesta enorme dall’estero perché alcuni animali finiscono nella case di collezionisti o gufomaniaci, ma anche da una richiesta interna poiché tradizioni locali ne fanno un animale molto richiesto. 
I gufi peraltro sono predatori che in passato erano stati persino venerati ed raffigurati accanto ad importanti divinità, ma oggi, gli interessi di alcuni trafficanti, senza scrupolo, stanno creando significativi problemi. 
Alcuni articoli che trattano il commercio illegale di gufi (Archivio WWF Traffic India)
Pensate che nel subcontinente indiano sono censite 32 specie diverse di Strigiformi e per ben 15 di queste, Abrar Ahmed ha rinvenuto episodi o frequenti flussi commerciali di questi animali.
Le specie in questione, sono in alcuni casi molto rare, vi riporto la lista perché possiate farvi un’idea della gravità della situazione denunciata da questo report pubblicato dal WWF Traffic:
Athene brama (la più commercializzata insieme a B.bengalensis)
Tyto alba
Bubo bengalensis
Glaucidium radiatum
Otus bakkamoena
Ketupa zeylonensis 
Ketupa flavipes
Strix ocellata
Glaucidium cuculoides
Glaucidium brodiei
strix leptogrammica
Otus sunia
Tyto longimembris
Bubo nipalensis
Bubo comandus
Il prelievo continuativo di questi animali (come giovani, adulti e persino delle uova) è una gravissimo problema poiché incide in modo davvero significativo sul depauperamento delle comunità selvatiche di questi rapaci notturni.
L’autore pone l’accento marcato su questa forma di export sommersa, supportata da autentici Bird-traders illegali che danno origine a flussi commerciali con metologie di trasporto talvolta incivili che possono incidere notevolmente sulla sopravvivenza dei gufi commercializzati.
Alcune indagini condotte negli scali aereoportuali inglesi e americani avevano evidenziato numerosi tentativi di immissione in queste nazioni di gufi commercializzati illegalmente. Oggi, il commercio pur avendo subito notevoli rallentamento è ancora una realtà esistente, specialmente per alcune specie rare destinate afacoltosi collezionisti e persino per alcuni zoo privi di scrupoli che hanno aperto nuove rotte di commercializzazioni oltre a quelle europee e americane, ove al contrario, gli animali finiscono talvolta nella case di ignari acquirenti, convinti di aver comprato un gufo nato in cattività. 
Un gufo imprigionato (Archivio WWF TRAFFIC India)
Abrar Ahmed ha inoltre evidenziato, nel suo report pubblicato in questo volume, una inquietante sequenza di usi e uccisioni di gufi che hanno dell’incredibile, specie nel terzo millennio.
Il libro ad esempio, evidenzia alcune tradizioni locali che si ripercuotono sulla fauna locale evidenziando un sistema di prelievo e vendita davvero ramificato, spesso con numerosi passaggi locali da venditori ad altri.
La magia nera o Black magic costituisce una voce importante di soppressione di gufi in natura, seppur meno di quella dell’export per collezionismo e falconeria. 
L’uso di gufi nella magia nera, per celebrare rituali e pratiche che trovano le radici nella notte dei tempi, costituisce un driver incisivo ed eclatante nel commercio segreto e silente di questi predatori della notte.
Gli stregoni indiani praticando i loro riti magici e propiziatori prescrivono con regolarità l’uso di gufi e parti di questi come il cranio, l’occhio, gli artigli, il cuore, il grasso, i reni, il fegato, il becco e persino le uova praticamente non si scarta nulla!
Il Progetto Traffic India (che ha pubblicato questo volume) ha tra i suoi scopi quello di sensibilizzare l’opinione pubblica locale sull’utilità e sugli effetti benefici dei gufi negli ecosistemi naturali, ricordando agli agricoltori che questi predatori possono contenere fortemente le popolazioni roditori che infestano le campagne.
Traffic India e il WWF in generale, evidenziano che tale pressione sui gufi si intensifica per la festa della luce che si tiene il 5 novembre intorno a Diwali. 
Considerati animali capaci di vedere nelle tenebre, in quella festa mangiare gli occhi alimenta la “stupida” superstizione che queste parti dei gufi possano agevolare le capacità umane di percepire il futuro e di vedere quello che altri non vedono. 
Il governo indiano sta sostenendo questa campagna intensa di sensibilizzazione e plaude l’impegno di Traffic India che ha smascherato altri grandi momenti di autentica persecuzione verso i gufi indiani. 
vendita di parti di gufi (Archivio WWF TRAFFIC India)
Le cosiddette “street performance” oltre a vedere come protagonisti i cobra, gli elefanti, iguane e altro... in India trova come protagonisti anche numerosi gufi autentici zimbelli per turisti. 
Qui l’impegno da parte di americani ed europei, potrebbe essere semplice quanto incisivo, basterebbe non alimentare queste forme di esibizionismo fine a se stesso. Noi occidentali siamo responsabili anche di questo, ma del resto non dimentichiamoci i deliranti spettacoli di orsi danzanti dell’est europeo o dei circhi che talvolta maltrattavano gli animali.
Gufi tristemente trasformati loro malgrado in Street Performer! (Archivio WWF Traffic India)
Altri animali finiscono in collezioni di privati come animali tassidermizzati, perché ahimè anche questo commercio è tutt’altro che esaurito.
Anche le vendite illegali per alcuni zoo dispersi in località sperdute del mondo che non seguono le disposizioni obbligatorie per queste strutture dettate da CZA (Central Zoo Authority) che proibiscono acquisti di animali prelevati in natura, costituiscono forme di commercio che spesso colpiscono specie rare.
Sfogliando le pagine giungiamo a pagina 47 dove compare la voce più assurda ed inquietante: gufi uccisi per essere venduti come alimenti: incredibile ma vero!
Alcune tribù paiono preferire i gufi reali, altre invece i barbagianni, ma abbiamo persino tribù che amano mangiarsi il gufo pescatore, una specie davvero rara.
Altra causa di morte e persecuzione autentica è l’uso dei gufi nelle medicine folkloristiche e tradizionali del loro Paese.
Alcune parti di gufi finiscono infatti in molte medicine e rimedi davvero strampalati che trovano fondamento in tradizioni millenarie. 
Per curare i reumatismi, ad esempio, in India si consiglia di mangiare la carne di gufo, ma vi è persino qualcuno che attribuisce ai gufi anche proprietà, una volta cucinati, davvero afrodisiaci!
Ma non finiscono qui le attrazioni fatali per i gufi: la capacità di attirare altri uccelli che aggrediscono i gufi in pieno giorno con quello che è definito come mobbing, è un comportamento degli uccelli verso gli Strigidi, aspetto etologico che persino gli antichi romani sfruttavano con le civette per catturare le allodole. 
In India, i gufi sono usati come zimbelli, per richiamare altri uccelli rari che poi sono catturati e rivenduti sul mercato! 
Nondimeno per finire, alcune tribù indiane usano anche i becchi e le penne come ornamenti. 
Come potete intuire alcune di queste attività persecutorie sono legate a tradizioni indiane o locali ma per molti dei gufi catturati c’è una diretta responsabilità degli occidentali, ovvero è anche colpa nostra. 
E’ nostro compito, anche di owl-storytelling quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, molti degli animali commercializzati in Italia sono probabilmente in regola con certificati CITES e altro, ma ricordate che altri potrebbero non esserlo. Nel dubbio, per non alimentare il commercio illegale e se vogliamo bene ai gufi, lasciamoli liberi in natura. Riflettiamo su questo report pubblicato sul commercio indiano e no dimentichiamo che solo in Asia, questo commercio è probabilmente diffuso e meno controllato anche in Cina, Pakistan e in tante altre zone limitrofe. 
Un problema in questa regione del mondo davvero diffuso e radicato, sul quale è doveroso riflettere ricordando che buona parte di questi gufi sono destinati a noi occidentali e forse un freno lo possiamo mettere. 
Il loro regno è vivere liberi in boschi, foreste, aree agricole e non c’è nulla di più bello che vederli volare in natura.
Per qualsiasi domanda sui gufi e sul traffico illegale dei medesimi scrivetemi gufotube@gmail.com
Vi consigliamo di leggere qui ulteriori informazioni (nel sito WWF) http://www.wwfindia.org/about_wwf/enablers/traffic/

il libro sul traffico illegale dei gufi in India
Qui vi segnalo i dettagli del libro: Ahmed A., 2010. Imperilled Custodians of the night: A study of illegal trade, trapping and utilization of owls in India. Traffic India/ WWF India. 
Un plauso sincero e intenso da parte mia ad Ahmed per questo splendido lavoro. Grazie!
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