giovedì 31 dicembre 2015

Cari amici dei gufi,
un pensiero speciale per tutti voi.

E' passato anche il 2015...
un'anno gufoso per eccellenza... per me e per voi che mi li amate...

a livello personale ho vinto il premio come miglior esperto al mondo dei gufi in Minnesota, il primo premio letterario di letteratura naturalistica in Abruzzo con il libro Gatti e Gufi, ho realizzato il mio primo libro di favole con la mia compagna Stefania...

ma anche a livello globale... il festival dei gufi quest'anno alla 5° edizione... con oltre 25 mila visitatori in due giorni polverizzando ogni record...


e poi ...e poi ci siete voi... amici di Owlstorytelling che mi avete seguito tantissimo con 75 post in soli 10 mesi abbiamo superato le 18 mila letture di pagine! Grazie!!!

ancora meglio su Gufotube 
pensate quasi 30 mila visualizzazioni su 20 video prodotti solo per voi in soli 10 mesi!!
e addirittura 498 iscritti su GUFOTUBE (gufoiscrivetevi) ... vuol dire che nel 2016 sfonderemo il tetto... dei 500!!!

e vi farò una sorpresa...

GRAZIE a tutti per avermi seguito, per aver condiviso il mio sogno, la mia avventura partita oltre 25 anni fa... di salvaguardare i gufi, fare conoscere...

credo che il merito sia anche vostro che mi seguite con tanto affetto, amicizia e interesse...

GRAZIE

ancora nel 2016... farò ancora di più!

intanto annotatevi le date di ottobre organizzeremo il 5° Convegno Mondiale dei Gufi a Venaus in Piemonte!


volevo ringraziare Stefania e Alice che più di ogni altro hanno creduto in questo folle sogno di creare un modo di gufi in cui noi viviamo ogni giorno!

grazie e AUGURI a tutti...

Buon 2016!

ci ritroveremo subito... perché posterò appena volterà il nuovo anno!


venerdì 25 dicembre 2015

Ordinarie storie di mobbing tra gufi, civette e altri uccelli (1° puntata)

Per augurarvi un Buon Natale ho pensato di regalarvi un post da leggere tutto d'un fiato...ovviamente 100% Gufi e civette.
Chissà quante volte durante un’escursione avremo avuto modo di imbatterci in uno spettacolare fenomeno della natura, che spesso abbiamo difficoltà ad interpretare e a spiegarci: parliamo del mobbing. 
Una civetta a tu per tu con un Merlo, un classico mobber! (ph. A. Tonelli)
Non solo! Con questo termine dalle chiare assonanze anglofile, indichiamo un atteggiamento che nel genere umano è solitamente fortemente sgradito da parte di chi lo subisce.  
Per coloro che sul lavoro, subiscono con regolarità un azione di disturbo, d'irritazione e provocazione da parte dei propri direttori o superiori, non è certo fenomeno infrequente e questo stato di malessere è ormai unanimemente codificato con il termine di Mobbing.
L'etimologia d questo termine deriva dall'inglese, dal verbo " to mob" che descrive alcune tipologie di azione: affollarsi, assalire, accalcarsi, aggredire, schernire. Fu il celeberrimo Nobel per l'etologia, Konrad Lorenz a usare questo termine per primo con l'accezione di descrivere il comportamento degli animali e del resto, essendo un grande osservatore e studioso di taccole non poteva non avere osservato questo comportamento che nei Corvidi è molto pronunciato, indomito e quasi schernitore.
La civetta subisce un azione di mobbing classica (ph. A. Tonelli)
Allargando lo scenario al mondo della natura il mobbing è invero un fenomeno davvero comune e riguarda direttamente i nostri amati rapaci notturni e il loro rapporto particolare che si instaura con i volatili diurni.
La coesistenza di varie specie ornitiche in un ambiente può generare quelli che gli ornitologi chiamano rapporti interspecifici; il più noto origina le catene alimentari, ovvero il più grande mangia il più piccolo con una ciclicità degna delle matrioske russe!
Questo complesso sistema d’interazione evidenzia incredibili pattern comportamentali,  alcune delle quali si manifestano con il mobbing. 
Il mobbing lo possiamo definire come una reazione collettiva o singola diretta verso un predatore da parte di potenziali prede: un assalto di gruppo che serve a disorientare, allontanare e confondere il rapace.
Attaccando l'intruso che esso sia un rapace o un altro predatore alato, gli uccelli rispondono ad un invasione di un territorio o ad un potenziale pericolo attaccando la potenziale minaccia con grida, vocalizzi, accerchiamenti o aggressioni simulate che servano a respingere la presenza di questo pericoloso intruso. 
Chissà a quanti di noi, osservando un rapace sulle nostre montagne o anche nelle periferie suburbane sarà capitato di vedere Corvidi o piccoli uccelli che attaccano con veemenza gufi, civette, aquile o poiane. 
Il gufo di palude muovendosi di giorno subisce spesso il mobbing dei corvidi (ph. L. Olsson)
Dopo decenni di studi anche gli ornitologi che hanno monitorato questi fenomeni di aggressione e disturbo hanno cominciato a darci alcune risposte; ma per entrare in questo sconosciuto universo del mobbing aviario è opportuno identificare quali uccelli siano coinvolti in quest'azione intimidatoria. 
Negli uccelli l’azione di disturbo è tipicamente diretta verso Strigiformi o Falconiformi che si intromettono in aree di riposo, territori di nidificazione o aree di foraggiamento.
Il mobbing rispetto ad altre tematiche etologiche sarebbe scontato scoprire che questo comportamento è ancora poco indagato ed in particolare sembra poco studiato proprio il rapporto tra uccelli della notte e diurni durante il giorno.
Sfogliando pagine di celebri autori dell’antichità (Plinio, Aristotele, Leonardo da Vinci, Marco Porcio Catone) emerge che il mobbing era una realtà etologica ben conosciuta tanto da trasformarsi in una millenaria e curiosa “tecnica” venatoria, peraltro praticata sino ad un decennio fa ed oggi finalmente proibita. 
I cacciatori usavano degli zimbelli vivi (in prevalenza civette e comunque Strigiformi) che posati e legati in mezzo ad un campo su posatoio artificiale vistoso divenivano una sorta di richiamo irresistibile per alcuni passeriformi come allodole, passeri, fringuelli e tottaville; alla vista di una civetta, le allodole  e gli altri uccelli presenti si avvicinavano e ancor prima di schernire le civette erano accolti a fucilate da cacciatori nascosti nei capanni.
Il divieto a questa forma di caccia, ha favorito il trend positivo della Civetta, ma non impedisce di osservare questo fenomeno in ambienti naturali, tanto da ritenere che proprio il mobbing sia uno dei motivi che rendono tanto elusivi di giorno i rapaci notturni. 
Trasferiamoci sulle coste tirreniche, nel bosco di Palo in piena macchia mediterranea; nel corso dello svolgimento di una tesi per l’Ateneo romano, qualche decennio fa, Roberto Casalini condusse una ricerca davvero curiosa ed originale interamente dedicata al playback.
Per queste osservazioni impiegò, come zimbello, una civetta Athene noctua che presentava un trauma alare che le impediva di volare e quindi di essere rilasciata; nascosto all’interno di un capanno Casalini osservò i comportamenti di mobbing nei confronti di questa civetta e raccolse un corollario di azioni assai diversificate che permise al giovane ricercatore di codificare almeno 15 diversi comportamenti dei Passeriformi che si alternavano al cospetto della civetta. 
Civetta circondata dai mobbers (ph. A. Tonelli)
Ad azioni di mobbing classiche (volo intorno con vocalizzi di allarme, voli intorno allo zimbello, affiancamento sul posatoio, ..), fecero eco comportamenti più audaci e curiosi quali il rilascio degli escrementi, picchiate e persino contatti fisici! Una delle sorprese di questo studio emerge nella diversificazione dei comportamenti che subiscono variazioni anche in funzione delle stagioni.
Civetta e Merlo un classico scenario da mobbing (Ph. A. Tonelli)
Le azioni di mobbing subiscono incrementi significativi in corrispondenza del periodo della riproduzione in un momento durante il quale ogni volatile accentua la difesa del territorio sia durante la costruzione del nido, la covata e l’allevamento della nidiata.
Sono addirittura 24 le specie di Passeriformi annotate tra i mobbers di questa civetta laziale; tra queste il verzellino Serinus serinus, il saltimpalo Saxicola torquata ed il cardellino Carduelis carduelis hanno protratto la difesa dal territorio anche ai periodi autunnali ed invernali. 
Roberto Casalini avanzò due ipotesi: la difesa di un homerange anche dopo la stagione riproduttiva (territori di alimentazione), oppure che l’attività di mobbing, non fosse strettamente legata alla difesa di un territorio. 
A suffragare la prima tesi, intervennero i casi di mobbing della pispola Anthus pratensis,  un volatile presente nell’area di studio solo durante il periodo autunno-invernale e che mostrò intensità di mobbing costanti per gran parte del tempo della sua permanenza.
Invero questo fenomeno che richiama l’attenzione dei naturalisti da millenni è ben lungi dall’essere interpretato ed anzi il rapporto tra uccelli dalle abitudini notturne e diurne sembra regolato da meccanismi davvero ancora poco interpretati.
Pensiamo ad un allocco, ritenuto a ragione un predatore indomito ed aggressivo; anch’egli se incautamente si posa in un'area aperta, pur conoscendone dimensioni ed aggressività, diviene oggetto di per scherno ed aggressioni tanto da attirare tantissimi piccoli volatili che abitualmente sono predati di notte e rientrano nella dieta di questo uccello notturno. 
Il fascino dell’esposizione diurna dei rapaci notturni ha affascinato un gruppo di ricercatori nordici capitani dal danese Peter Sunde, che hanno identificato l’Allocco come loro specie target.
Dopo aver marcato e seguito un gruppo di allocchi, questo team di ornitologi ha cercato di capire se le abitudini elusive di questa specie, che trascorre molta parte della giornata nascosto, era uno sforzo per evitare i mobbers o potenziali predatori come l’Astore.
I dati raccolti hanno evidenziato che il rischio di subire predazioni era più elevato in presenza di posatoi maggiormente esposti e probabilmente persino il mobbing agevola i predatori diurni ad individuare gli allocchi, che specie negli stadi giovanili (perché meno esperti) sono portati a subire mobbing e maggiori attacchi letali.
Pavey e Smith, studiando alcune civette australiane (Ninox strenua) hanno definito al meglio le dimensioni di questi mobbers (cosi’ sono chiamati i piccoli uccelli che compiono mobbing): nella maggior parte dei casi il mobbing era svolto da uccelli di dimensioni comprese tra il 4 ed il 26 % del peso corporeo del rapace notturno mobbato… come dire piccoli ma insistenti! Inoltre solo il 12% degli attacchi dei mobbers sono stati registrati nella foresta mentre la maggior parte delle interazioni erano state documentate in aree aperte, radure o posatoi poco protetti.
Un recente studio condotto da un team di ornitologi canadesi, ha sviluppato un interessante esperimento nelle foreste equatoriali brasiliane.
In queste zone è stato utilizzato il playback e i richiami acustici per verificare se la risposta di mobbing dei piccoli Passeriformi tropicali era più o meno intensa verso la presenza della Civetta nana ferruginosa (o civetta nana rossiccia) Ferruginous Pygmy-owl (Glaucidium brasilianum).
Civetta nana rossiccia 
Lanciando i richiami di questa piccola civettina tropicale, si sono rilevati atteggiamenti di risposta e mobbing da parte degli uccelli tropicali molto forti dove la civetta nana brasiliana aveva popolazioni con densità notevoli. 
Comportamenti di mobbing di media bassa intensità  in quelle zone di foresta ove la civetta era meno presente, mentre nelle aree ove la civetta era assente, il canto emesso attraverso ode richiami di questo Strigide non ha prodotto reazioni significative da parte dei Passeriformi.
Un risultato eccezionale che suffraga l'ipotesi che il mobbing sia più forte laddove le popolazioni dei rapaci divengono un potenziale pericolo notturno nella veste di predatori e questo accentua la difesa del territorio nell'unico momento della giornata (il giorno) in cui sono meno minacciosi e possono essere intimoriti, scherniti e allontanati con il mobbing.
Un caro saluto e tanti auguri di Natale in questa magica giornata! 
Un regalo per una lettura di Natale un po' diversa... Questa è la prima puntata dedicata al mobbing, presto avrete la seconda puntata.
Un grazie speciale ad Aldo Tonelli, caro amico da tanti anni, abile birdwatcher e abilissimo fotografo di civette.
Alla prossima avventura "esplorativa" nel mondo dei gufi con il vostro Owlstoryteller, se volete scrivetemi qui. 

Bibliografia consigliata:
Casalini R., 2004. Attività di Mobbing nei confronti di Athene noctua (SCOPOLI, 1769)in un ambiente mediterraneo. Atti del I Convegno Italiano sulla Civetta. Osio Sotto (BG) 41-44
Della Pietà C., Mastrorilli M., 2008.  Gufi e civette. Muzzio ed. pp.176
Mastrorilli M., 2005. La Civetta in Italia. Araspix ed. 
Mastrorilli M., 2010. Please not disturb. Uccelli in Natura. 
Pavel C. Smyth A., 1998. Effects of avian mobbing on roost use and diet of powerful owls, Ninox strenua. animal behaviour. 55(2)313-318. 

mercoledì 9 dicembre 2015

Un fantastico libro sulla "civetta capogrosso" dal grande gufologo finlandese Korpimäki (I libri sui gufi: 1° puntata)


Cari amici dei gufi, oggi vi presento una recensione  di un bel volume che ho acquistato da poco, si tratta di Boreal Owl di Erkki Korpimäki e Harri Hakkarainen, edito da Cambridge University Press. Iniziamo questa nuova rubrica, dedicata alle recensioni dei libri "gufosi". 

Pulli di civetta capogrosso (ph. Nick Saunders)

Un libro splendido, che vi permetterà di scoprire i segreti della civetta capogrosso, una delle specie meno conosciute e studiate in Italia e che sarà oggetto dei miei studi l’anno prossimo in Piemonte, ed anzi se qualcuno vuole aiutarmi e collaborare mi aiuti... scrivetemi qui.
Diffusa nelle regioni del Nord America forestali tra cui le Montagne Rocciose, nella fascia più settentrionale dell’Europa ma anche sui Pirenei e sulle Alpi naturalmente, questa piccola civetta alpina è stata studiata a lungo dagli autori che hanno analizzato ogni aspetto eco-etologico in questo prezioso volume. 
Gli americani la chiamano Boreal Owl noi in Europa la chiamiamo Tengmalm’s Owl ma è lo stesso predatore. Ora entriamo nel vivo e analizziamo questa opera. 

Il volume tratta tanti argomenti in modo molto approfondito, pensate che il libro si apre con una rassegna analitica delle metodiche di determinazione del sessoe analisi del piumaggio con fotografie e dettagli davvero precisi che permettono di riuscire a comprendere molto delle peculiarità del piumaggio e della muta di questo Strigide. 
Erkki Korpimäki è uno dei più grandi esperti mondiali di gufi e non a caso è stato scelto dalla Cambridge University per realizzare questa opera e partendo dai suoi pluridecennali studi in Finlandia ci permette di fare un vero excursus sulla scelta dell’habitat operato da questo predatore nondimeno gli autori guidano il lettore alla scoperta dell’enorme potenziale della cassette nido come strumento per facilitare i monitoraggi ma anche per tutelare la specie e perché no, favorirne l’incremento demografico.
Come costruire un nido, a che altezza posizionarlo, i dati scientifici di chi li ha installati in un capitolo che vi affascinerà.
Ovviamente ed era lecito attenderselo, come in ogni bel volume dedicato agli Strigiformi ci sono approfondite considerazioni sulla dieta che ovviamente varia molto in funzione della latitudine.
Oltre a darvi un curatissima review sulle predazioni operate nei due continenti verso i micromammiferi si analizza anche la predazione, talvolta numericamente significativa, verso l’ornitofauna.
Tra i 26 studi comparati i dati sono davvero sorprendenti con episodi di predazione operati dalla capogrosso “mangiandosi” tra gli altri: rampichini, frosoni, merli, tordi, rondini, rondoni, prispoloni, torcicolli, passere scopaiole, zigoli gialli, ciuffolotti e persino giovani francolini di monte!
L’analisi delle prede è avvenuta prendendo in considerazione diversi parametri: il luogo di caccia, il periodo dell’anno (la stagionalità), le condizioni fisiche degli animali, la fitness... ecc.
Straordinario, pensando alla difficoltà di raccolta dei dati, risultano i capitoli e i paragrafi dedicati all’analisi della biologia riproduttiva.. con dati raccolti sul campo da Erkki Korpimäki in tanti anni nelle foreste lapponi.
Quando in un volume trovate oltre 40 pagine di riferimenti bibliografici vi rendete conto di essere di fronte davvero ad un’opera “omnia” della misteriosa “capogrosso”. 
Per alcuni aspetti, considerato quanto poco si sa su questo predatore in Italia, leggere questo libro è come aprire una porta su un mondo sconosciuto. Resterete ammaliati. Ovviamente il libro è in inglese, quindi un minimo di conoscenza della lingue anglosassone è necessaria, ma lo ritengo uno dei libri più completi e ricchi di informazioni che abbia mai letto.
Un grande e sincero complimento ai due autori e tanta ammirazione per la loro dedizione.
Qualche info generale sul libro.
Boreal Owl Ecology, Behaviour and Conservation of a Forest-Dwelling Predator
autori: Erkki Korpimäki e Harri Hakkarainen
edizioni Cambridge Press Univ. (luglio 2014)
406 pagine (dimensioni 244x170x21 mm)
peso oltre mezzo kilo!
contiene 143 illustrazioni in bianco e nero, 41 fotografie a colori e ben 43 tabelle. Prezzo 56 €
Unica pecca, forse la cura delle immagini fotografiche a colori potevano meritare una qualità di stampa migliore. 
Non mi resta che consigliarvelo, se amate la civetta capogrosso o i rapaci notturni. 
Per qualsiasi informazione, domanda o per collaborare alle ricerche sui rapaci notturni che conduco da oltre 25 anni potete scrivermi qui. 

Un saluto dal vostro Owlstoryteller! 

lunedì 30 novembre 2015

Sui navigli in caccia di gufi da collezione

Metti un mercatino d’antiquariato tra i più belli d’Italia, i navigli milanesi a novembre incorniciati da un bel sole e tanti gufetti da collezione e... il gioco è fatto! 
Ecco confezionato per voi un post diverso dal solito, ma sempre gufoso curato dal vostro owlstoryteller.
Un consiglio per un weekend in caccia di gufi a Milano, scritto da un milanes 100% come me!
alcuni dei gufi visti a Milano (ph. M.Mastrorilli)
Erano almeno 7 o 8 anni che non andavo nella mia città a vedere i mercatini sull’alzaia dei navigli (il lavoro incombe sempre!) e devo dire che ho ritrovato uno scenario davvero splendido, con una darsena che ha ripreso vita, grazie al recente progetto di riqualificazione legata ad Expo 2015. Un’eredità lasciata ai milanesi da questo grande evento appena trascorso. 
Tantissima gente e un’atmosfera molto coinvolgente. Il francese che si confonde con gli idiomi milanesi, l'inglese con il periplo di dialetti italiani che si incrociano lungo l'alzaia. 
I navigli diventano più belli ogni volta che li visito, con tanti turisti stranieri in giro tra le bancarelle. Ricordo che il mercatino si svolge sempre ogni ultima domenica del mese e qui trovate le date ben definite.
un dettaglio dei navigli e il battello che gira su questi corsi d'acqua  (ph. M.Mastrorilli) 
le alzaie del naviglio (ph. M.Mastrorilli)
Quindi, andando per gradi, arrivati a Milano, parcheggiamo a Famagosta, metro linea verde e dopo solo due fermate ci ritroviamo a Porta Genova. Solo 3 minuti a piedi e siamo già sulle prime bancarelle.
Il mercatino è ricco di espositori con le più svariate tipologie di merci. Ci potrete trovare di tutto, ma io oggi sono un action “owlblogger” e vi racconterò dei gufi che ho trovato.
Macchina al collo giro curiosando a destra e sinistra delle strade in cerca di oggetti da vedere, fotografare e ammirare. 
Ovviamente come sempre, cerco qualche libro, ma non è facile trovarne sui gufi, sebbene su alcuni banchi siano disponibili centinaia e centinaia di titoli. 
Persino nei locali del Libraccio, entro in caccia di libri di ornitologia o di gufi, ma oggi la ricerca in tal senso produce esiti infruttuosi. L’unico gufo che intercetto lo trovo su una copertina in bianco e nero molto bella. Un copertina gufosa che non conoscevo! 
Il libro è Clyto nel paese dei sogni colorati (Logos Press editions) di Luigi Grecchi e Max Pistoglio, un bel volume a fumetti, ma non è adatto ad entrare nella mia collezione bibliofila.
copertina di Clyto nel paese dei sogni colorati (ph. M.Mastrorilli)
Girando di banco in banco mi soffermo anche per scattare qualche inquadratura dei navigli   che brulicano di persone e anime in cerca di ricordi, emozioni e incontri di alcuni oggetti che magari non vediamo da anni. Si perché i mercatini ti fanno rinverdire ricordi che avevi quasi sopito: ad esempio ieri ho visto la pubblicità della Permaflex, l’omino gommato Pirelli, le vecchie bottiglie di coca cola anni ’70 e su questo banco i personaggi Disney di Paperopoli & C. con splendide statue in legno. Una foto ve la regalo anche se non è gufosa ma “paperosa”.
Una straordinaria finestra Disney (ph. M.Mastrorilli)
I locali dei navigli poi sono bellissimi, di tendenza e sono un vero spettacolo per gli occhi e per la gola. Qui design, vintage, eleganza e arte non sono solo parole ma una fusion di emozioni che si riversano direttamente dagli occhi nella nostra anima.
In qualche angolo è possibile persino entrare in qualche cortile. 
Non ci crederete, ma le case evocate da Celentano nella celebre canzone Il Ragazzo della via Gluck, qui sembrano saltar fuori dai vinili e avvolgervi in una atmosfera in cui voi sembrate quasi spettatori di una Milano che fu!  Ringhiere, scale esterne... la Milano che fu... la mia città, ieri ero davvero fiero di essere milanese. Ero quasi un turista nella mia città, una bella sensazione.
cortile milanes (ph. M.Mastrorilli)
dettaglio vecchio edificio milanese (ph. M.Mastrorilli)
Una Milano “vintage” che trova nuova vita grazie a pittori,artisti, antiquari, shop e ristoranti. 
Qui non potevo esimermi dallo scattare qualche shot!
A questo punto, se vi piace il cioccolato, il gelato non avrete che l’imbarazzo della scelta, Ma torniamo a buttarci nei mercatini. 
Tantissimi espositori e a questo punto vi inserisco qualche immagine di gufi che ho visto e fotografato per voi. 







Non c’è che dire, abbondano i soprammobili molti in vetro o ceramica, qualcuno in ghisa o in ferro battuto.

Una visita a questo mercatino non vi deluderà, perché gli espositori sono tanti e qualche gufo da collezione lo troverete sempre. 
Senda dimenticare che una pausa ristoratrice vi permetterà di mangiarvi un super cotoletta alla milanese! Un consiglio il ristorante Alzaia 26. 
cotoletta (ph. M.Mastrorilli) 
Ristorante Alzaia 26 (ph. M.Mastrorilli)
Un saluto dal vostro Owlstoryteller! Chiunque voglia contattarmi per informazioni, curiosità o altro... potrà farlo scrivendo qui
Alla prossima gufoavventura! 


venerdì 13 novembre 2015

Osteria del Gufo a Perugia: cucina a km 0 e atmosfera molto gufosa: non perdetevi questa tappa (I Consigli per i guforistori 4° puntata)


Durante il mio penultimo viaggio verso l’Abruzzo per ritirare il premio letterario nazionale Parco Majella (luglio scorso), abbiamo fatto una tappa a Perugia, perché oltre a vivere la magia di Umbria Jazz, abbiamo testato per voi, un locale speciale che sono certo vi farà innamorare  (la qualità e la suggestione sono garantite): l’osteria del Gufo.

Osteria il gufo (ph. M.Mastrorilli)
Osteria il Gufo (ph. M.Mastrorilli)
Per trovare questa gemma della cucina perugina dobbiamo raggiungere via della Viola, un piccolo vicolo davvero suggestivo, nel cuore più vecchio e caratteristico della città, ove tra salite discese scoprirete un luogo davvero speciale.
L’Osteria il Gufo nasce nel 1990 dalla geniale unione di due cuochi professionisti, Luca Pisauri e Michael Paslawski. Grandissima cura è prestata nella selezione delle materie prime, per una cucina a km 0 che come dichiarato dal sito ufficiale è reale e si materializza nei piatti splendidi che ci apprestiamo a degustare. Il nome del Gufo è legato ad  una decorazione presente nel negozio che risale all’attività precedente, che rimasta dopo il restauro ha ispirato il nome e da lì è nata questa grande fusion tra gufi e grande cucina.



Si trova a due minuti dal centro di Perugia per questo è perfetto per una degustazione per tutti i turisti i prezzi sono giusti; una vera osteria dove potrete apprezzare funghi, tartufi e molte specialità come il lombetto alla perugina cucinato ad arte. 
Via della Viola è una di quelle stradine che conservano intatto il fascino di una Perugia vera, un locale per riscoprire i sapori della tradizioni, talvolta rivisitati con stile e gran gusto... ma come potete immaginare quello che troverete è il Gufo che vi accompagnerà per tutto il pranzo o cena.
Noi abbiamo scelto l’orario di cena, verso le 21, perché poi si entrava nel vivo di Umbria Jazz e non volevamo perderci questo grande evento (uno dei più belli cui ho partecipato).
Certo che il  lavoro di owlstoryteller è davvero duro! 
Scherzi a parte... per avere una recensione... il locale deve avere saperci coinvolgere con gufi, atmosfera e buona cucina. Questa ricette sono presenti nell’osteria del Gufo.
Una volta seduti l’atmosfera ci permea di una sensazione di relax e tranquillità: una tovaglietta in carta-paglia con un simpatico gufo (bel disegno), una candela con il suo caldo calore e un bicchiere di coccio (terracotta) decorato a mano con il gufo (logo del locale), ci fa capire che il vostro owlstoryteller si sente a casa.

suggestione gufosa... (ph. M.Mastrorilli)

A questo punto si mangia!
Guardiamo il menù e scorrendo la lista c’è una bella scelta, la cucina è a vista e si percepisce armonia, ordine e pulizia. 
Arriva la cameriera (gentile) ma non abbiamo ancora deciso... 
Tra i primi spiccano, tra gli altri: maltagliati ai funghi porcini, chitarrini al tartufo nero e un risotto di farro con radicchio e mascarpone. Vada per il primo! 
Il secondo mi porta a prendere un bella costata di manzo alla griglia mentre Stefania prende il lombetto alla perugina. 
Lombetto alla perugina (ph. M.Mastrorilli)

Costata alla griglia con sformato di patate (ph. M.Mastrorilli)
I piatti sono ben presentati, la mia carne con uno sformato di patate favoloso...ma mentre stavamo degustando le specialità, non potevamo non vedere un dolcetto... che portato ad un tavolo vicino, ci ha richiamato... alla fine credetemi sarà uno dei dolci più buoni e particolari mai mangiati...
Budino di patate e mandorle. Quindi decidiamo di castigarlo. 
Quando arriva questo budino ci colpisce per consistenza, ma appena le papille gustative entrano in contatto... è sublime estasi! Davvero buoni... solo questo dolce merita la cena...ma anche il resto è molto buono!
Budino di patate e mandorle (ph. M.Mastrorilli)

Marco owlstoryteller (ph. S.Montanino)
A questo punto vado a fare qualche foto nel locale e con Luca, proprietario del locale!
Luca, cuoco e ispirato creatore dell'osteria il Gufo e Marco il vs. owlstoryteller (ph. S.Montanino)

Cari amici “gufomaniaci” se amate i gufi ... il locale è davvero gufoso nel modo giusto senza eccessi... ma...  la cucina è molto molto buona... che fare? 
ottima la scelta dei vini (ph. M.Mastrorilli)

anche al bicchiere... (ph. M.Mastrorilli)

Se passate da Perugia, fermatevi il posto è armonioso, accogliente, la cucina ottima... segnatevi Via della Viola 18... Osteria del Gufo (per prenotare a Luca chiamate il tel. 075 573 41 26). Qualche info pratica: Orario di apertura:
dal mercoledì al venerdì: aperto solo la sera, dalle 18.30 in poi;
sabato e domenica: aperto a pranzo (12.00 – 15.00 circa) e a cena (dalle 18.30 in poi)
Vi aspettano anche per l’aperitivo!
Non perdetevi nemmeno Umbria Jazz uno degli eventi più belli che ho visto... in vita mia. Una rivelazione!
Umbria Jazz 2015 grande musica e passione! (ph. M.Mastrorilli)
Perugia invasa da centinaia di migliaia di persone.. (ph. M.Mastrorilli)

Un saluto e un grazie a Luca per la simpatica chiacchierata post cena.

Per qualsiasi domanda sui gufi (quelli vivi e veri), per collaborare ai miei progetti scientifici, per diventare attenti gufologi... scrivetemi pure
Un saluto dal vostro owlstoryteller! 

il locale L’osteria del Gufo è stata provata luglio 2015.




martedì 27 ottobre 2015

CSI New York, gli aeroporti & i gufi delle nevi. Quando le tecniche forensi di identificazione aiutano l’ornitologia!

Qualche giorno fa mi è passato tra le mani un articolo pubblicato sul The Wilson Journal of Ornithology che mi ha gentilmente spedito una ricercatrice americana Carla Dove, che lavora a Washington negli States. 
Freschissimo di stampa e con un gufo delle nevi come protagonista, come potevate pensare che non avrei scritto qualcosa in merito per voi?  
Splendido gufo delle nevi in volo (ph. P. Dimeler)
Anche perché il titolo tradotto in italiano è stuzzicante: “tecniche forensi di identificazione per il primo caso di predazione di Gazza marina da parte di un gufo delle nevi”. 
Ebbene il lavoro è davvero curioso: chi di noi non ha seguito almeno una volta un episodio di CSI oppure si è trovato avvinto dalla sceneggiatura di qualche “giallo” nel quale la polizia scientifica inchioda il colpevole! 
Ebbene quello che vi sto per raccontare, è il resoconto della ricerca scientifica di Carla Dove e Charles Coddington che mostra come le tecniche di indagine di polizia scientifica possono aprire l’orizzonte verso nuove scoperte ornitologiche, davvero curiose.
Carla Dove qualche anno fa ha prodotto un vero trattato di ornitologia forense che permette da un semplice resto di piuma di risalire alla specie o quasi... magia dei moderni CSI da laboratorio ornitologico!
Andiamo per gradi e raccontiamo questa storia.
Il 3 febbraio 2013, nel corso di una ispezione della pista 22L del famoso aeroporto JF Kennedy di New York uno dei più grandi del mondo è stato trovato “il corpo”, un ornitologo direbbe la carcassa, ma stiamo al gioco di CSI, di un gufo delle nevi. 
Poichè l’esemplare era in buone condizioni è stato inviato allo Smithsonian Institution Feather Identification Lab per essere tassidermizzato e conservato nel museo. 
I gufi delle nevi, non molti lo sanno, quasi tutti gli inverni raggiungono New York e si fermano lungo i litorali sabbiosi ed altre volte entrano in aree con incolti, in questo senso gli aeroporti sono molto graditi sia ai gufi delle nevi sia ai gufi di palude.
Qui vi riportiamo qualche foto scattata in diversi aeroporti americani.
l'avete visto? posato sul ... buona ricerca
il mimetismo di un gufo delle nevi tra le nevi a bordopista
Una coppia in cerca di prede
in fase di decollo nell'aeroporto di Chicago
Una volta giunto al Museo, l’esemplare di gufo delle nevi durante la preparazione ha stupito i ricercatori ed è stata fatta una scoperta inattesa, poiché i contenuti stomacali hanno rivelato la presenza di frammenti ossei e piume che dopo un adeguato trattamento hanno permesso una scoperta inedita per il mondo scientifico. Il lavoro di Dove e Coddington ha mostrato le abilità di questo laboratorio, poiché i resti ossei non permettevano la determinazione della specie predata ma le piume... che sembravano prive di possibilità di comunicare qualche informazione, beh il piumaggio ha rivelato grandi sorprese. 
Del resto a Carla Dove, non sembrava vero di poter applicare i dettami tecnici del suo trattato di ornitologia forense in un campo pratico... in attesa di esser chiamata ad inchiodare un serial killer, accontentiamoci (meglio così) di scoprire la vena killer di un gufo delle nevi!
In primo luogo sono stati ripuliti i resti di predazione, in particolare il piumaggio. Agitando delicatamente il materiale (resti di piumaggi trovati nello stomaco del gufo) in acqua calda con sapone liquido sono state pulite queste parti e poi con brevi “soffi” di aria compressa sono stati asciugati. 
Campioni microscopici sono stati fatti secondo metodi descritti in Dove e Koch (2010) e visualizzati con un microscopio ottico Leica composto (10X-400X, Leica Microsystems CMS GmbH, Wetzlar, Germania). Microfotografie sono state scattate con Leica Applicazione software Suite V4.3 (Leica Microsystems GmbH, Wetzlar, Germania). Le fotografie dei resti ossei sono state elaborate utilizzando Adobe Photoshoph 6.0. 
Insomma tutto era pronto per inchiodare il colpevole... 
In questo caso un povero e sfortunato gufo delle nevi che però aveva in serbo una scoperta interessante da raccontarci.
Grazie al confronto con una sorta di database fotografico e seguendo le linee guida redatte proprio dalla stessa ricercatrice americana, è stato possibile risalire dapprima alla famiglia, poi al genere. 
Infine Carla e Charles hanno dato un nome alla vittima: la Gazza marina Alca torda.
una foto ritratto della Gazza marina Alca torna, uccelli predato dal gufo delle nevi ritrovato a NY
Si tratta del primo caso documentato scientificamente di predazione da parte del gufo delle nevi verso una Gazza marina, uccello pelagico della famiglia degli Alcidi. 
Presente anche nel Mediterraneo è un “pennuto” capace di tuffarsi nel mare fino ad oltre 100 metri di profondità in virtù di caratteristiche aerodinamiche che lo rendono un vero siluro nelle acque e molto più goffo e impacciato sulla terraferma dove probabilmente è finito vittima della forza del gufo delle nevi.

Incredibile pensare che tecniche predisposte per aiutare la medicina legale e la polizia scientifica ad incriminare i delinquenti stavolta sia servita per consentire una scoperta ornitologica. 
Ecco il riferimento bibliografico di Carla Dove e del suo trattato di ornitologia forense.
Dove, C. J. and S. L. Koch. 2010Microscopy of feathers: a practical guide for forensic feather identificationJournal of American Society of Trace Evidence Examiners 1:1561.
Ringrazio Pamela Dimeler per lo splendido scatto d'apertura di gufo delle nevi.
Ringrazio naturalmente anche Carla Dove che mi ha spedito il suo articolo in pdf.
Per chi volesse contattarmi, se vuoi fare una tesi di laurea o un stage sui gufi, se hai domande, foto da mostrarmi non esitare a contattarmi, scrivimi qui.
Un gufociao dal vostro owlstoryteller!