martedì 27 ottobre 2015

CSI New York, gli aeroporti & i gufi delle nevi. Quando le tecniche forensi di identificazione aiutano l’ornitologia!

Qualche giorno fa mi è passato tra le mani un articolo pubblicato sul The Wilson Journal of Ornithology che mi ha gentilmente spedito una ricercatrice americana Carla Dove, che lavora a Washington negli States. 
Freschissimo di stampa e con un gufo delle nevi come protagonista, come potevate pensare che non avrei scritto qualcosa in merito per voi?  
Splendido gufo delle nevi in volo (ph. P. Dimeler)
Anche perché il titolo tradotto in italiano è stuzzicante: “tecniche forensi di identificazione per il primo caso di predazione di Gazza marina da parte di un gufo delle nevi”. 
Ebbene il lavoro è davvero curioso: chi di noi non ha seguito almeno una volta un episodio di CSI oppure si è trovato avvinto dalla sceneggiatura di qualche “giallo” nel quale la polizia scientifica inchioda il colpevole! 
Ebbene quello che vi sto per raccontare, è il resoconto della ricerca scientifica di Carla Dove e Charles Coddington che mostra come le tecniche di indagine di polizia scientifica possono aprire l’orizzonte verso nuove scoperte ornitologiche, davvero curiose.
Carla Dove qualche anno fa ha prodotto un vero trattato di ornitologia forense che permette da un semplice resto di piuma di risalire alla specie o quasi... magia dei moderni CSI da laboratorio ornitologico!
Andiamo per gradi e raccontiamo questa storia.
Il 3 febbraio 2013, nel corso di una ispezione della pista 22L del famoso aeroporto JF Kennedy di New York uno dei più grandi del mondo è stato trovato “il corpo”, un ornitologo direbbe la carcassa, ma stiamo al gioco di CSI, di un gufo delle nevi. 
Poichè l’esemplare era in buone condizioni è stato inviato allo Smithsonian Institution Feather Identification Lab per essere tassidermizzato e conservato nel museo. 
I gufi delle nevi, non molti lo sanno, quasi tutti gli inverni raggiungono New York e si fermano lungo i litorali sabbiosi ed altre volte entrano in aree con incolti, in questo senso gli aeroporti sono molto graditi sia ai gufi delle nevi sia ai gufi di palude.
Qui vi riportiamo qualche foto scattata in diversi aeroporti americani.
l'avete visto? posato sul ... buona ricerca
il mimetismo di un gufo delle nevi tra le nevi a bordopista
Una coppia in cerca di prede
in fase di decollo nell'aeroporto di Chicago
Una volta giunto al Museo, l’esemplare di gufo delle nevi durante la preparazione ha stupito i ricercatori ed è stata fatta una scoperta inattesa, poiché i contenuti stomacali hanno rivelato la presenza di frammenti ossei e piume che dopo un adeguato trattamento hanno permesso una scoperta inedita per il mondo scientifico. Il lavoro di Dove e Coddington ha mostrato le abilità di questo laboratorio, poiché i resti ossei non permettevano la determinazione della specie predata ma le piume... che sembravano prive di possibilità di comunicare qualche informazione, beh il piumaggio ha rivelato grandi sorprese. 
Del resto a Carla Dove, non sembrava vero di poter applicare i dettami tecnici del suo trattato di ornitologia forense in un campo pratico... in attesa di esser chiamata ad inchiodare un serial killer, accontentiamoci (meglio così) di scoprire la vena killer di un gufo delle nevi!
In primo luogo sono stati ripuliti i resti di predazione, in particolare il piumaggio. Agitando delicatamente il materiale (resti di piumaggi trovati nello stomaco del gufo) in acqua calda con sapone liquido sono state pulite queste parti e poi con brevi “soffi” di aria compressa sono stati asciugati. 
Campioni microscopici sono stati fatti secondo metodi descritti in Dove e Koch (2010) e visualizzati con un microscopio ottico Leica composto (10X-400X, Leica Microsystems CMS GmbH, Wetzlar, Germania). Microfotografie sono state scattate con Leica Applicazione software Suite V4.3 (Leica Microsystems GmbH, Wetzlar, Germania). Le fotografie dei resti ossei sono state elaborate utilizzando Adobe Photoshoph 6.0. 
Insomma tutto era pronto per inchiodare il colpevole... 
In questo caso un povero e sfortunato gufo delle nevi che però aveva in serbo una scoperta interessante da raccontarci.
Grazie al confronto con una sorta di database fotografico e seguendo le linee guida redatte proprio dalla stessa ricercatrice americana, è stato possibile risalire dapprima alla famiglia, poi al genere. 
Infine Carla e Charles hanno dato un nome alla vittima: la Gazza marina Alca torda.
una foto ritratto della Gazza marina Alca torna, uccelli predato dal gufo delle nevi ritrovato a NY
Si tratta del primo caso documentato scientificamente di predazione da parte del gufo delle nevi verso una Gazza marina, uccello pelagico della famiglia degli Alcidi. 
Presente anche nel Mediterraneo è un “pennuto” capace di tuffarsi nel mare fino ad oltre 100 metri di profondità in virtù di caratteristiche aerodinamiche che lo rendono un vero siluro nelle acque e molto più goffo e impacciato sulla terraferma dove probabilmente è finito vittima della forza del gufo delle nevi.

Incredibile pensare che tecniche predisposte per aiutare la medicina legale e la polizia scientifica ad incriminare i delinquenti stavolta sia servita per consentire una scoperta ornitologica. 
Ecco il riferimento bibliografico di Carla Dove e del suo trattato di ornitologia forense.
Dove, C. J. and S. L. Koch. 2010Microscopy of feathers: a practical guide for forensic feather identificationJournal of American Society of Trace Evidence Examiners 1:1561.
Ringrazio Pamela Dimeler per lo splendido scatto d'apertura di gufo delle nevi.
Ringrazio naturalmente anche Carla Dove che mi ha spedito il suo articolo in pdf.
Per chi volesse contattarmi, se vuoi fare una tesi di laurea o un stage sui gufi, se hai domande, foto da mostrarmi non esitare a contattarmi, scrivimi qui.
Un gufociao dal vostro owlstoryteller! 

martedì 20 ottobre 2015

Un nido artificiale per la civetta con un design by UK! Anche gli inglesi amano le civette....

Quando qualche settimana fa, la mia carissima amica e gufotuber Chiara, mi ha portato dalla Scozia il numero di settembre di BBC Wildlife con sulla cover una splendida civetta. 
giovani civette inglesi (ph. by Little Owl Project) 
Copertina di settembre 2015 di BBC WILDLIFE (ph. M.Mastrorilli)
Ho subito pensato al mio blog, perché nell’articolo più importante del magazine si parla di civette e di un nido speciale progettato per le civette, che sta riscuotendo ottimi risultati.
La civetta è una specie che è stata introdotta in Inghilterra dall'uomo,  e piano piano ha preso possesso del territorio inglese, ma conoscendo l’attenzione conservazionistica in tema di uccelli degli inglesi, non dobbiamo stupirci dell’invenzione di un nuovo nido artificiale pensato e progettato per la civetta. In considerazione che dopo decenni di crescita ora anche nelle campagne inglesi si registrano preoccupanti flessioni.
Tradizionalmente i successi di occupazione dei nidi artificiali nel Regno Unito, sino alla fine degli anni ’90 erano stati molto limitati e questo rendeva difficoltoso il monitoraggio delle popolazioni di civetta. 
Ma proprio allora Bob Sheppard, decise di progettare e costruire un nido semplice nella sua realizzazione, ma che ha ottenuto ottimi risultati in termini di successo di occupazione.
Il nido progettato da Sheppard propone alcune specifiche che tentano di rispondere alle esigenze biologiche della civetta e a quelle dell’ornitologo. 
disegno del nido tratto da BBC Wildlife magazine 
dimensioni e misure di un nido per civetta secondo il design di Bob Sheppard
Il nido artificiale progettato doveva avere:
  1. facile da costruire
  2. un tunnel d’ingresso perché le civette amano spazi scuri 
  3. un foro d’ingresso di 70 mm 
  4. un sistema di canalizzazione che possa indurre la civetta ad entrare pensando di trovarsi in una cavità di un albero.
  5. una facile apertura che possa favorire il controllo delle nidiate.
  6. una profondità del nido del nido che possa evitare che i nidiacei escano prematuramente dal nido.
Questi nidi nel corso degli anni sono stati inseriti in diverse aree della Gran Bretagna consentendo una favorevole riuscita dei siti riproduttivi occupati regolarmente da diverse coppie di civette.
In alcuni anni, grazie ai nidi artificiali è stato possibile capire quanto è importante la cattura dei lombrichi che sono una delle prede elettive delle civette inglesi. Infatti in annate con poche piogge, la disponibilità dei lombrichi era meno favorevole e i risultati sono stati influenzati da queste risorse trofiche.
Infine sulla rivista BBC Wildlife si trovano brevi interviste ad Emily Joachin e Roy Leigh che ho potuto conoscere dal vivo in Olanda durante il 6° Convegno europeo della civetta alla quale ho partecipato in marzo. 
Gli esperti inglesi che hanno lanciato un progetto di tutela diretta alla civetta che è in calo demografico significativo in Inghilterra, hanno creato un progetto speciale di conservazione denominato Little Owl Project. 
Il mondo delle civette mi affascina da tanti anni, quel che è certo è che questo inverno proverò a creare alcuni nidi di civetta utilizzando queste nuove dimensioni e format e inizierò ad installarli in Italia per verificare il rendimento di questo nido artificiale Design by UK! 
Se qualcuno vuole provare a collaborare a questo progetto potrà farlo contattandomi qui.
Un gufociao dal vostro owlstoryteller!

Alla prossima gufoavventura....

La mostra Strigiformes, la più grande al mondo sui gufi, arriva al Museo di Storia Naturale di Piacenza fino al 22 novembre


Presentata nel corso dell’ultimo Festival dei gufi poche settimane fa, torna protagonista STRIGIFORMES, la più grande mostra fotografica al mondo dedicata agli Strigiformi, che sarà esposta nel prestigioso Museo Civico di Storia Naturale di Piacenza, in via Scalabrini 107, fino al 22 novembre.

Volantino mostra al Museo di Piacenza con foto di C.Milluzzo 
Un’occasione unica per vedere una spettacolare esposizione curata e realizzata da Marco Mastrorilli (il vostro owlstoryteller), Alice Cipriani e Stefania Montanino.
I tre curatori della mostra mentre degustano il vino Guffurnio dell'azienda Casabella
I testi sono utilissimi a conoscere i segreti dei 13 Strigiformi che vivono in Europa e di queste ve ne sono ben 10 specie italiane.
La mission motivazionale dell’esposizione è correlata alla divulgazione dei segreti etologici e comportamentali dei rapaci notturni, che sono animali che riscuotono nel pubblico un grande, grandissimo fascino! 
La mostra è stata realizzata per consentire al visitatore di scoprire il mondo dei rapaci notturni usufruendo di un percorso che si divide in due sezioni principali. Una sezione comprende una parte introduttiva e descrittiva delle caratteristiche etologiche, morfologiche, fenologiche e con l’analisi di molte curiosità. Mentre la seconda sezione analizza con un singolo grande pannello ogni specie presente sul continente europeo. Quindi oltre alle 10 specie presenti in Italia sono state integrati 3 pannelli con le altre specie continentali mai avvistate in Italia.



parte della mostra
Per garantire una fruizione al più vasto pubblico possibile la mostra è realizzata con splendidi pannelli di grandi dimensioni (140 per 95) e offrono anche una traduzione integrale in inglese dei contenuti testuali. Altro merito, la traduzione è stata effettuata dall’ornitologa americana Karla Bloem, direttrice dell’International Owl Center che si trova in Minnesota e nondimeno l’intera mostra ha il patrocinio del Global Owl Project e del Gruppo Italiano Civette. 
La rassegna presentata al museo si presenta con circa una trentina di pannelli (quindi non integralmente) ma offre al visitatore delle parti inedite, come alcuni video e una spettacolare esposizione di piume e penne di Strigiformi, all'interno di teche illuminate.



Scoprirete perché i gufi riescono a cacciare di notte grazie ad un udito speciale, perché le civette hanno grandi capacità vocali, quali meravigliose caratteristiche del piumaggio dei rapaci notturni permettono loro di volare nel silenzio più assoluto...e tanti altri misteri che finalmente saranno svelati.
I rapaci notturni sono all’apice delle catene alimentari, vivono nelle nostre città e nelle zone di campagna sono molto numerosi e spesso in passato si era pensato fossero portatori di sventura: questa mostra vi farà capire la loro importanza e addirittura che sono divenuti autentici amuleti porta fortuna. 
Inoltre nell’ambito della mostra sarà proposta una serie di video molto spettacolari legati alla vita dei rapaci della notte, con un grande monitor inserito nella mostra. 
Il Museo di storia naturale di Piacenza che è anche partner ufficiale di questa mostra, ci ha offerto anche la possibilità di esporre alcuni animali che personalmente il sottoscritto ed Alice, hanno scelto nelle collezioni museali per garantire al pubblico una fruizione più spettacolare del percorso della mostra.

Tra gli animali conservati spicca uno splendido allocco montato su un tronco cavo di grandi dimensioni che offre al visitatore la sensazione di entrare in un bosco con un allocco che vi guarda.
Le fotografie sono molto spettacolari e sono la parte più spettacolare della mostra ed hanno partecipato a questa esposizione numerosi fotografi italiani ed alcuni importanti wildlife photographers stranieri, che Ringraziamo per la preziosa collaborazione.
i crediti fotografici e i partners ufficiali
Durante l’inaugurazione di pochi giorni fa, abbiamo avuto il piacere e l’onore di avere tra noi il Sindaco di Piacenza, Paolo Dosi e l’Assessore alla Cultura e Turismo, Tiziana Albasi, che ringrazio.
Il Sindaco di Piacenza, Paolo Dosi mentre riceve una bottiglia di Guffurnio ph. Giuseppe Del Fanti)

Durante l’inaugurazione inoltre abbiamo dato la possibilità di degustare il GUFFURNIO, un vino speciale dell’Azienda Casabella, che giocando sul nome del più popolare vino piacentino il Gutturnio, ha prodotto un vino molto buono e con un’etichetta che illustra un gufo.
Le splendide e "buone" bottiglie di Guffurnio (ph. Giuseppe Del Fanti)
Nel percorso espositivo della mostra, accanto all’area video è possibile trovare esposta un’opera di Romano Bertuzzi, grandissimo e affermato pittore emiliano, che propone in questa esposizione proprio una grande opera sull’allocco.
Marco Mastrorilli parla con il pittore Romano Bertuzzi
La mostra è stata realizzata dalla Noctua che è la società che ha progettato questa full immersion nel mondo dei gufi e che vi offre la possibilità di proporre questa spettacolare esposizione anche nella vostra città, per farlo potete contattare qui, Marco Mastrorilli, curatore della mostra. 
Ringraziamo il direttore del Museo di storia naturale di Piacenza, il dott. Carlo Francou, qui ritratto con Stefania Montanino, che ha sostenuto il nostro progetto.
Stefania Montanino con il direttore del Museo di storia Naturale di Piacenza, Dott. Carlo Francou
Partner ufficiale dell’esposizione è anche il Gruppo Italiano Civette, unica associazione italiana dedita alla conservazione dei gufi.
Media partner dell’evento è La Rivista della natura. 
Ringrazio per le foto Giuseppe Del Fanti.
Chi volesse contattarmi per collaborare a progetti scientifici, ricerche naturalistiche sul campo, per una tesi sui gufi o una stage può farlo scrivendo qui.
Un gufociao dal vostro owlstoryteller.
presentazione sul quotidiano di Piacenza: una pagina intera sulla mostra 



mercoledì 14 ottobre 2015

CORSO speciale sui gufi a MILANO a partire dal 4 novembre!

Carissimi amici dei gufi e delle civette, 

dopo molte richieste ho deciso di tornare a tenere (come relatore) dei corsi d biologia ed etologia dei rapaci notturni. ne avevo tenuti diversi negli anni in cui vivevo a Bergamo ma da quando mi sono trasferito nel piacentino avevo totalmente abbandonato questa strada per fare peraltro moltissime altre cose. Ora un po' per il gusto di farlo, un po' per accontentare le richieste che mi avete fatto...torno a realizzare un corso 100% gufi!
E quindi a partire dal prossimo 4 novembre parte questa nuova avventura nella quale mi piacerebbe ritrovarvi come co-protagonisti.
Ci saranno 5 lezioni teoriche ed una uscita notturna, che si svolgeranno in una zona facilmente raggiungibile a Milano presso Cascina Linterno (via Fratelli Zoia,194). Mentre l'uscita notturna si svolgerà presso il Parco delle Cave ed è prevista per il 9 dicembre alle ore 21. 
Il corso è organizzato dalla LIPU di MILANO.

locandina del corso

Questo corso vi permetterà di dare molte risposte ai vostri quesiti naturalistici legati alla biologia dei rapaci notturni. Le lezioni saranno tecnicamente molto interessanti e supportate da materiale audio, video, da reperti e altri materiali di grande interesse per tutti coloro che amano i gufi.
Sarà una full-immersione totale in un mondo che vi aprirà numerose prospettive dal punto di vista scientifico, ma anche come curiosità, per migliorare le vostre capacità di birdwatching e di osservazione ed interpretazione del territorio.
In questa scheda di sintesi vi presento le informazioni relative alle singole tematiche affrontate in ogni lezione per offrirvi uno spaccato della completezza di un corso che sarà probabilmente il più interessante e ricco di informazioni tra quelli realizzati da sempre dal sottoscritto.
A chi si rivolge questo corso?
A tutti coloro che amano la natura, gli animali ed ovviamente i gufi e le civette. 
I naturalisti, gli studenti universitari (biologia, scienze naturali, agraria, ecc), i birdwatchers, i fotografi naturalisti, i curiosi, ... troverete le informazioni che avete sempre sperato di trovare nei libri. 
Allocco (ph. K. Lewis)
borre di civetta, gufo comune e barbagianni 
Ma in questo caso grazie a video, canti registrati, collezioni di penne e molto altro materiale potrete trovare risposta a numerosissimi quesiti.. dopo questo corso vedere, fotografare osservare i gufi e le civette sarà molto più facile!

Ecco il programma dettagliato:
1° Lezione 
Introduzione agli Strigiformi italiani 
Le caratteristiche morfologiche dei rapaci notturni
I super sensi: udito e vista
2° Lezione 
Il comportamento predatorio: tecniche di caccia dei rapaci notturni
La dieta attraverso lo studio delle borre, con le webcam o con altri strumenti
Analisi delle borre dal vivo
3° Lezione 
Gli habitat dei rapaci notturni italiani
Gli strigiformi in base all’ambiente: forestale, urbano, agricolo, ecc.
Biologia riproduttiva
4° Lezione
le tracce dei rapaci notturni (come imparare a trovare ed osservare con il giusto approccio etico i gufi e gli altri rapaci notturni)
I nidi, i resti alimentari, le spiumate, le borre, le penne.
Il piumaggio dei rapaci notturni
5° Lezione 
Il canto e la territorialità
Il playback e la ricerca degli Strigiformi in Italia
Come si studiano i rapaci notturni (tecniche di ricerca scientifica) 

Civetta (ph. Nicola Lodigiani)

Il corso si svolgerà nei giorni di mercoledì a partire dal 4 novembre
(e nei giorni 11,18,25 novembre e 2 dicembre alle ore 21.00).

Costo del corso:
euro 45,00 per i soci LIPU
euro 70,00 comprensivo di
quota annuale iscrizione LIPU

Per prenotarvi al corso dovete mandare una mail a milano@lipu.it 
che dire vi aspetto.... scoprirete quanto è affascinante il mondo dei gufi! 
il vostro owlstoryteller vi aspetta a MILANO.... 

Il cambiamento del clima: i due lati opposti di questo fenomeno per le popolazioni di civette delle tane canadesi

La civetta delle tane Athene cunicularia, è uno dei miei rapaci preferiti, sebbene la sua distribuzione sia limitata al continente americano, resto affascinato dalle soluzioni che gli ornitologi trovano per salvaguardarla.
Un recente studio sulla distribuzione della specie in Alberta ha evidenziato i due lati opposti dei problemi connessi ai cambiamenti climatici, tanto forti anche in Canada da poter modificare la resilienza delle civette delle tane nelle estese praterie canadesi.
gli occhi della civetta nascosta  nella sua tana
Questo simpatico predatore deve il suo nome italiano proprio alla abitudine di riprodursi in tunnel sotterranei celati nella praterie. 
Gli studi condotti sul suolo canadese hanno evidenziato un declino del 36% di questa specie nel corso degli ultimi 30 anni; decrementi legati inizialmente a situazioni legate alle modificazioni degli habitat operate dall’uomo, ma nel corso dell’ultimo decennio si è dimostrato che questi animali stanno subendo contrazioni anche in relazione ai cambiamenti climatici.
Le civette delle tane (ph. T. WelliKome)
l’Alberta è una provincia del Canada occidentale, che comprende il versante est delle Montagne rocciose. A sud confina con il Montana (USA). 
Il clima nelle praterie a sud-ovest di questa provincia sono caratterizzate da un clima davvero estremo, pensate che si passa da -35° dell’inverno ai + 38° estivi, mentre nella parte orientale, quella con il maggior numero di civette, il clima presenta meno estremi nelle temperature.
Il problema è che come in buona parte del pianeta, anche in Alberta il clima sta cambiando   e gli ornitologi che da oltre un ventennio stanno monitorando le comunità nidificanti di Burrowing Owl (questo il nome inglese della civetta delle tane).
distribuzione nel continente nordamericano della civetta delle tane 
Il dr. Bayne che sta seguendo le civette delle tane da molti anni, evidenzia nella contrazione degli ambienti a prateria uno dei problemi più rilevanti dell’ultimo ventennio ai quali si aggiunge il cambiamento del clima, per il quale Bayne che collabora con Environment Canada, propone due facce opposte del problema: una negativa ed un’altra che potrebbe avere risvolti positivi.
Andiamo per gradi e partiamo dalle brutte notizie, riservandoci un lume di speranza alla fine della nostra chiacchierata.
Bayne evidenzia che i problemi delle praterie in questo ultimo secolo, sono correlati all’aumento degli spazi destinati all’agricoltura che stanno “mangiando” i territori occupati da secoli dalla civette e da altri animali legati alle grande praterie nordamericane.
Nondimeno il clima del pianeta sta cambiando e in Alberta si ipotizza possa incidere in due diversi modi sulla vita delle civette della tane. Uno di questi mutamenti è certo ed ha già iniziato a modificare la vita di questi predatori dalle abitudini terricole.


Con il cambiamento climatico che avanza inesorabile, sono già aumentati di frequenza ed intensità gli eventi meteorologici estremi con diluvi, inondazioni e piogge insistenti che producono danni diretti ai nidi ed alle nidificazioni delle civette della tane.
Le civette delle tane che perdono una nidiata in conseguenza ad un allagamento o un'inondazione abbandonano i siti riproduttivi e come dargli torto. 
Nondimeno gli stessi nidi-tunnel subiscono danni tanto gravi da non essere recuperabili e persino gli adulti che devono portare le prede alle nidiate possono avere notevoli problemi e se le piogge sono prolungate e con effetti devastanti possono produrre un’elevato tasso di mortalità giovanile.
In questo orientamento gli ornitologi hanno scoperto che nelle stagioni delle piogge, alcune nidiate “aiutate” dagli ornitologi con delle prede offerte loro, come cibo supplementare, hanno avuto incrementi nei tassi di involo. 
Ovvero più civette sono diventate grandi e hanno lasciato il nido!
Il fatto che le popolazioni di civette delle tane in Alberta siano così concentrate in alcune aree rendono questi animali ancor più vulnerabili, poiché una sola grande tempesta in queste regioni potrebbe produrre mortalità molto elevate con effetti catastrofici, anche in una sola stagione.
Ma gli ornitologi canadesi non stanno certo a guardare: in questo orientamento hanno pensato ad un progetto di costruzione di nidi tunnel sotterranei per queste popolazioni. 
Nidi artificiali costruiti con parti metallo e plastica che potranno garantire una maggior resistenza agli agenti meteorici e possano durare nel tempo: nonché in questo morosi apre alla possibilità che gli ornitologi possano scegliere aree meno pericolose per collocare i nidi evitando o limitando le eventuali inondazioni o alluvioni. 
Il nido artificiale per la civetta delle tane, così come avviene in Texas, Arizona, anche in Canada sta diventando una risorsa strategica per la conservazione di questa simpatica predatrice notturna. Uno strumento per invertire un trend demografico negativo.
un modello di nido artificiale in plastica, metallo e ricoperto di terra per le civette delle tane 
Nel mezzo dei danni climatici si evidenzia anche uno spiraglio di luce: ovvero i mutamenti climatici potrebbero portarci una buona notizia, almeno relativamente alle civette delle tane, l'influenza potrebbe essere positiva sulle modifiche di alcuni areali. 
Un rapporto redatto dall'ABMI sull'andamento climatico dell’Alberta, evidenzia la concreta possibilità che il clima in questa regione possa divenire più caldo e secco, agevolando l’insorgenza di nuove praterie associate a climi più miti. 
Se queste ipotesi trovassero conferma, l’habitat della civetta delle tane potrebbe avere un sensibile incremento. 
Questo aspetto rappresenta un'opportunità preziosa per la conservazione della specie e valutare una strategia (unita ad esempio ai nidi artificiali) per recuperare le popolazioni nidificanti perdute e ricordando che le civette delle tane in inverno migrano verso sud in Arizona, Texas e persino in Messico.
una nidiata di civette delle tane (Ph. T. WelliKome)
I ricercatori canadesi suggeriscono anche l’importanza di potenziali reintroduzioni in alcune aree, per una civetta delle tane che potrebbe essere favorita quindi da 3 azioni dirette a supporto delle popolazioni di questo Strigide:
  1. nidi artificiali
  2. reintroduzioni
  3. cibo supplementare
In uno scenario globale di mutamenti del clima che sicuramente non sono positivi è importante sapere che gli ornitologi stanno cercando di trasformare in positivo dei mutamenti che certo non fanno bene al Pianeta e a chi lo abita.
Le civette mostrano flessioni demografiche significative ma qualche segnale di speranza arriva, i naturalisti canadesi ci insegnano che la conoscenza dei problemi può offrire soluzioni anche positive.
Interessante il sito canadese per chi volesse compiere approfondimenti sul cambiamento del clima, per visitarlo clikka qui

Chiunque volesse avere informazioni supplementari, chi vuole collaborare, che desidera fare uno stage o una tesi con il nostro team di lavoro... potrà contattarmi e scrivermi qui. Un gufociao e alla prossima avventura dal vostro owlstoryteller! 

lunedì 12 ottobre 2015

Perchè gli ornitologi italiani non amano i gufi? I gufi al XVIII Convegno italiano di ornitologia di Caramanico.


Sono trascorse poche settimane dalla conclusione dell’ultimo Convegno italiano di ornitologia (XVIII edizione) e ritengo importante puntualizzare quello che è emerso dalle news sugli studi condotti in Italia da parte di ornitologi freelance, enti universitari, associazioni e naturalisti affiliati a Parchi, ovvero che su 162 lavori (102 poster e 60 comunicazioni orali) solo 6 erano dedicate ai rapaci notturni! 

Ovvero un preoccupante 3,7 % sui lavori globali!
Un trend scientifico che aveva già manifestato preoccupanti segnali al II Convegno italiano sui rapaci diurni e notturni (Treviso, 2012), ove su 46 lavori scientifici presentati solo 5 (10,86%) erano dedicati agli Strigiformi! Vuol dire che uno rapaciologo su dieci studia i gufi. 
Il Convegno di Caramanico,  panorama desolante che segue una tendenza davvero poco piacevole per chi come il sottoscritto vorrebbe poter trovare altre persone che si occupano di ricerche sugli Strigiformi.
Gufo comune (ph. Riccardo Trevisani)
Tuttavia, il Convegno di ornitologia svolto poche settimane fa sui profili sinuosi del Parco della Majella, ha permesso di evidenziare alcuni interessanti lavori che ora vi segnalo e descrivo.
I lavori presenti al CIO (Convegno italiano di ornitologia) di Caramanico erano i seguenti.
Comunicazioni orali:
1) Lo studio della dispersione natale: l’esempio del gufo reale Bubo bubo 
Vincenzo Penteriani - Estación Biológica de Doñana. ESPAÑA
2) Videosharing & ornitologia: una nuova frontiera di ricerca e comunicazione e l’esempio di gufotube 
Marco Mastrorilli, Alice Cipriani, Giulia Tebaldi, Chiara Guadagnini - Noctua srl P.zza Visconti 11 Grazzano Visconti (PC) 
Poster:
3) L’analisi delle borre di strigiformi in provincia di Campobasso 
Giulia Annicchiarico, Valeria Fattoruso, Monia Noviello, Gennaro Senese, Chiara Silvestrini, Luigia Verde, Francesco Riccio, Marco Basile - Associazione Scienze Naturali Unina – ASNU Associazione per la Ricerca, la Divulgazione e l’Educazione Ambientale – ARDEA 
4) Lo svernamento del Gufo comune Asio otus in Italia: nuove tendenze nelle preferenze ambientali della selezione di un posatoio collettivo 
Marco Mastrorilli, Alice Cipriani, Giulia Tebaldi, Chiara Guadagnini - Noctua srl P.zza Visconti 11 Grazzano Visconti (PC) 
5) Catture accidentali di Gufo di palude (Asio flammeus) nella stazione di inanellamento di Punta Alice, Ciro’ Marina (KR) 
Mario Pucci - StOrCal - Stazione Ornitologica Calabrese
6) Primi dati sulla popolazione di Allocco (Strix aluco) nidificante nella Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile 
Maurizio Sterpi, Elisa Morelli, Luca Sterpi, Marco Bonanni, Settimio Adriani - Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile
la sede del XVIII Convegno italiano di ornitologia (ph. Marco Mastrorilli)
La comunicazione orale di Vincenzo Penteriani, forse uno dei momenti più interessanti del CIO si è svolta il giovedì nel primo pomeriggio ma purtroppo, io non ero ancora arrivato e non posso darvi conto in modo dettagliato di questa comunicazione. Vi segnalo però tratto dal Abstract Book, le linee guida del lavoro, dedicato all’interessante fenomeno della dispersione giovanile del Gufo reale. 
Vincenzo Penteriani con un gufo reale, la sue specie preferita 
Tratto dal testo di Penteriani: La dispersione natale viene generalmente descritta come un processo ecologico caratterizzato dal movimento di giovani individui dall’area in cui sono nati sino al primo sito di riproduzione in cui si fermeranno. I successivi spostamenti tra siti di riproduzione differenti vengono definiti come dispersione riproduttiva. Lo studio della dispersione natale rappresenta uno strumento essenziale per la comprensione delle dinamiche interne alle popolazioni animali, cosí come lo sono lo studio della riproduzione e della sopravvivenza. La dispersione natale è un fenomeno estremamente complesso che non può essere descritto semplicemente da una distanza tra il sito di nascita e quello di prima nidificazione: durante la dispersione, infatti, il comportamento degli individui, le caratteristiche dell’habitat, le interazioni tra conspecifici e le relazioni preda-predatore, così come l’effetto di molte altre variabili interne ed esterne all’individuo determinano il successo dispersivo degli individui e la loro distribuzione spaziale. A loro volta, gli spostamenti della frazione dispersiva di una popolazione hanno un effetto di cruciale importanza nelle dinamiche e nella viabilità della frazione riproduttrice. Tra il 2000 ed il 2015, allo scopo di studiare i principali fattori che determinano le caratteristiche dei movimenti degli individui durante la dispersione natale, il comportamento dei giovani in dispersione e l’effetto di tali spostamenti nella popolazione riproduttrice sono stati marcati circa 200 giovani di gufo reale Bubo bubo con trasmettitori VHF in Spagna (Sierra Morena, Andalusia) e con radio-emissori satellitari nel SW della Finlandia. 

l’Altra comunicazione è legata al sottoscritto, ovvero una produzione del vostro owlstoryteller che mi ha visto presentare personalmente, al Convegno italiano di ornitologia, una conferenza presentazione nel pomeriggio del sabato: nell’ultima giornata del CIO 2015. 
Il lavoro propone l’importanza del videosharing nell’ornitologia, le applicazioni possibili e il caso relativo a Gufotube, unico canale YouTube al mondo 100% gufi. 
logo di Gufotube (illustrazione di Marina Fusari)
Nel terzo millennio, la tecnologia influenza fortemente la ricerca e la divulgazione dell’ornitologia: droni, social network, piattaforme di condivisione di dati (es. Ornitho) sono diventati strumenti abituali per ornitologi e birdwatchers. Ma almeno in Italia, You-Tube, che è il social con il trend di crescita più rilevante, è al momento utilizzato in modo inadeguato e come accade per altri social viene discriminato. YouTube è la piattaforma di videosharing più importante al mondo, in soli 10 anni ha raggiunto performances, che gli hanno permesso, in molti parametri, di superare persino Facebook. Questo social, ha un potenziale immenso che può es- sere valorizzato in campo ornitologico per 5 linee guida prioritarie: divulgazione, e-learning, Citizen science, approfondimenti scientifici e promozione di eventi, attività e ricerche ornitologiche. 
Il videosharing raggiunge milioni di persone ogni settimana e permette di modificare le unità spazio/tempo nella diffusione dei messaggi. Questo grazie ad una tecnologia che ci permette di visualizzare i video dal nostro pc sino ai più moderni device. Nei programmi di Citizen science, Youtube può divenire un valore aggiunto. In America, ad esempio, il canale Labofornithology supera i 97.000 iscritti, mentre il celebre National Audobon Society supera i 3500. Nel Regno Unito il BTO raggiunge i 3848 iscritti. In Italia gli iscritti tra i canali specifici sono davvero bassi. Ecco una classifica dei siti ornitologici in base ai dati degli iscritti (agg. 20 giugno 2015): Gufotube (342 iscritti), Lipuonline (271), Maudoc (108), Ebn italia (70) Ornis Italia (96). Gli iscritti sono un para- metro importante, prioritario perché fidelizzano l’utente e creano una community, basilare per i progetti di Citizen science. Gufotu- be channel nato da soli 166 giorni produce contenuti di e-learning ornitologico, di divulgazione e di Citizen science e questo canale mostra il miglior tasso di conversione degli iscritti per canale dell’intero settore perché utilizza al meglio il network di condivisione: Gufotube ha un tasso di conversione iscritti giornaliero di 2.06 (due iscritti al giorno), la Lipu (0.16), Ornis Italica (0.10). Per seguire le 5 linee guida che suggeriamo all’ornitologo su You- Tube, è necessario costruire un perfetto e solido network ove social media, mailing, sito web e canale youtube possano interagire uno a supporto dell’altro. Il potenziale di Youtube in campo ornitologico è ancora totalmente inesplorato, specie in Italia, i margini di crescita sono enormi specialmente in virtù di nuove tecnologie come go-pro, fototrappole, webcam e droni che possono fornire nuove tipologie di video accattivanti. 
L’auspicio è che per YouTube si possa costituire un gruppo di lavoro di birdwatchers e ornitologi capaci di coagulare risorse, materiali video, pubblico e informazioni scientifiche per creare una forte comunità. 

Ora veniamo ai poster e seguiamo l’ordine di apparizione nel book abstract.

Il primo poster presentato illustra alcuni lavori preliminari di analisi di borre di Strigiformi provenienti da un’area davvero poco monitorata, dal Molise, provincia di Campobasso.
poster: L’analisi delle borre di strigiformi in provincia di Campobasso (ph. M.Mastrorilli) 
Un laboratorio ornitologico finalizzato alla dissezione e analisi delle borre di rapaci notturni. I campioni sono stati raccolti nei mesi di Aprile e Maggio tra il 2010 e il 2012, durante dei monitoraggi ornitologici nei ruderi della provincia di Campobasso, tra i comuni di San Giovanni in Galdo, Toro, Matrice e Monaciglioni. 
I campioni sono stati raccolti in 21 ruderi e successivamente sono state disseccati e dissezionati a secco. Per ogni campione si è proceduto all’identificazione della specie che lo ha prodotto e all’identificazione e quantificazione delle specie predate. Sono state raccolte 
123 borre di civetta, 6 di barbagianni e 6 di assiolo. Le specie predate rinvenute sono state Microtus savi (156 individui), Apodemus sp. (44 individui), Rattus sp. (2 individui), Mus domesticus (4 individui) e Suncus etruscus (4 individui). Il presente lavoro, oltre a mostrare i dati di confronto di tre anni di monitoraggio, dimostra quanto la conservazione dei ruderi sia di primaria importanza per specie quali gli Strigiformi. Inoltre, attraverso questo lavoro si sono introdotti all’ornitologia gli studenti universitari, che hanno contribuito alla dissezione a analisi, così come alla stesura del lavoro. 
A seguire un lavoro ancora presentato dal vostro owlstoryteller che insieme al suo team composto da Alice Cipriani, Giulia Tebaldi e Chiara Guadagnini ha presentato un poster dedicato al fenomeno dello svernamento in Italia del gufo comune Asio otus. Con interessanti nuovi trend. 
Poster: Lo svernamento del Gufo comune Asio otus in Italia: nuove tendenze nelle preferenze ambientali della selezione di un posatoio collettivo (ph. Marco Mastrorilli)
Nel corso dell’ultimo ventennio, il Gufo comune Asio otus ha manifestato una forte espansione del suo areale riproduttivo, mentre sono pochi gli studi relativi allo svernamento della specie. In inverno, sono numerosi gli individui dall’Europa centro-settentrionale, che migrano verso sud e scelgono l’Italia come quartiere di svernamento. La consuetudine di questa specie a svernare in aggregazioni localizzate in roost (dormitori) su alberi permette l’analisi dei comportamenti dei diversi gruppi di gufo comune nella selezione dei posatoi e degli ecosistemi. I dati sono stati catalogati in una scheda che prevede l’analisi della consistenza demografica dei roost, alcuni parametri ambientali (vicinanza a corpi idrici, edifici), il disturbo antropico e la selezione di un essenza arborea. Nel periodo 2006-2015, abbiamo schedato 78 dormitori distribuiti in 10 regioni e 28 province: il campione più vasto raccolto in Europa. Il fenomeno dello svernamento risulta comunque concentrato nel nord Italia, ove il gufo comune trova areali di svernamento ricchi di prede con un decremento del fenomeno di aggregazione che decresce verso il centro-sud della Penisola. Questo database permette di evidenziare un quadro abbastanza definito sulle selezione dell’habitat di questo Strigide e nondimeno sulle potenziali interazioni sinantropiche. Abbiamo diviso i dormitori in classi di consistenza demografica, a seconda della preferenza dei gufi a costituire gruppi più o meno numerosi. Nel complesso il 21.4% sono costituiti da 1 a 3 gufi, da 4 a 10 (54.5%), da 11 a 20 (11.6%), più di 20 (10.9%), mentre quelli molto numerosi con oltre 50 individui è uno solo. I risultati evidenziano la preferenza dei gufi verso dormitori di piccole dimensioni, tra 4 e 10 individui (75.9%). I gufi comuni mostrano preferenze nella selezione delle essenze arboree; le conifere con il 54.9% dei roosts sono gli alberi preferiti. Nella maggioranza dei casi (88%) sono preferiti gli alberi in giardini pubblici e privati in aree urbane. Interessante è la frequente selezione di betulle (14.5%); poiché si tratta di alberi che in inverno, non offrono al- cuna copertura fogliare per un’adeguata protezione e mimetismo. Il trend degli ultimi anni, vede i gufi comuni occupare sempre più frequentemente le aree urbane e suburbane ma rispetto al passato i dormitori sono più piccoli e più diffusi. La plasticità del gufo comune ha permesso a questo predatore una distribuzione sempre più ampia in Italia nel periodo invernale ma si evidenzia la preferenza a vivere in comunità di piccole dimensioni. L’incremento delle nidificazioni nell’Italia centro-meridionale degli ultimi anni, potrebbe favorire un’espansione dell’areale di svernamento oggi concentrato nell’Italia settentrionale. 

Mario Pucci, inanellatore dalla Calabria con il quale ho scambiato due parole nella giornata di sabato ha presentato un curioso ed interessante poster basato sull’eccezionalità di un ciclo di catture accidentali nelle reti delle quaglie di alcuni individui di gufo di palude in Calabria, regione peraltro poco esplorata. 
poster: Catture accidentali di Gufo di palude (Asio flammeus) nella stazione di inanellamento di Punta Alice, Ciro’ Marina (KR) (ph. M.Mastrorilli)
Ecco nelle sue parole dell’abstract alcuni interessanti spunti.

dettaglio del poster sull'incanalamento del gufo di palude in Calabria (ph. Marco Mastrorilli)
< Nella primavera del 2013 e del 2014, presso la stazione di inanellamento di Punta Alice (KR), alcuni individui di Gufo di palude sono stati accidentalmente catturati nelle reti di un impianto di cattura per la quaglia Coturnix coturnix. Il presente lavoro ha lo scopo di fornire dettagli tecnici sul metodo di cattura utilizzato e di aggiornare le conoscenze sullo status della specie in Calabria. La stazione di inanellamento di Punta Alice, nel comune di Cirò Marina - KR (17°8’53.34”E, 39°23’37.88”N, alt. 3 m slm), sorge in un’area retrodunale pianeggiante, semi allagata, a circa 50 m dalla costa. 
Il paesaggio vegetale è caratterizzato da macchia mediterranea, con prevalenza di lentisco Pistacia lentiscus, e da formazioni bo- schive litoranee a Pinus sp ed Eucalyptus sp. L’impianto di inanellamento in esame era costituito da quattro reti mist-net di 15 m di lato x 300 mm di altezza, dimensione della maglia mm 28, disposte in quadrato con un richiamo acustico di quaglia posto nel centro. L’impianto è rimasto attivo dal 1 aprile al 30 maggio di ogni stagione primaverile. Le reti venivano aperte ogni giorno, dal tramonto fino all’alba. Nelle due stagioni primaverili in esame sono stati catturati e inanellati nove individui di Gufo di palude (4 nel 2013 e 5 nel 2014). Le catture sono avvenute tra le ore 01.00 e le ore 05.00 del mattino. Per l’anno 2013, oltre alle catture accidentali, si riporta l’osservazione diretta di tre individui in volo nei pressi delle reti. In tutti i casi il punto di cattura del gufo si trovava nelle immediate vicinanza di una sacca contenente almeno una quaglia. La cattura accidentale e l’inanellamento di A. flammeus, mai documentata in Calabria, risulta poco frequente anche nel resto d’Italia. Il numero di individui catturati, sommati a quelli osservati nei pressi della stazione di inanellamento, fanno di Punta Alice (KR) un’importante luogo di transito migratorio per la specie.> 

Infine l’ultimo lavoro, presentato nella forma di poster riguarda uno degli Strigidi più comuni: l’allocco Strix aluco in relazione alle popolazioni nidificanti nella Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile. 
pullo di Allocco che sonnecchia (ph. Riccardo Trevisani)
Gli autori riportano: < ll monitoraggio dell’Allocco (Strix aluco), mai attuato prima nel territorio della Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, è iniziato alla fine 2013, ed è tuttora in corso. Il metodo applicato è il playback. Testata in loco, si è confermato che la tecnica dà buoni risultati se eseguita nell’intervallo temporale più idoneo. L’Allocco ha una costante tendenza alla territorialità, con attività canora particolarmente intensa in inverno (dicembre – marzo). I test hanno dimostrato che nell’area di studio il periodo di massi-ma risposta è leggermente anticipato, e si concentra tra la metà di novembre e la metà di gennaio. Le stimolazioni sonore danno ottimi risultati se eseguite dal tramonto alle 23,00 ed entro l’ora che precede l’alba. La metodologia indica che è opportuno eseguire una sequenza di 3-5 sessioni di stimolazione sonora nel periodo di massima attività canora, evitando le fasi iniziale e finale del periodo riproduttivo in cui il canto dei maschi è più irregolare e meno frequente. In accordo con quanto indicato in letteratura, nei test condotti nell’area protetta è stato confermato che il grado di efficacia del metodo dipende anche dalle condizioni metereologiche contingenti alle sessioni di campo. Le attività debbono essere evitate in condizioni di pioggia e vento forte, perché queste influenzano la frequenza di risposta dell’Allocco ed il corretto ascolto da parte degli operatori. L’esperienza acquisita nei test ha fatto rilevare che anche il grado di illuminazione incidere sulla frequenza di risposta dell’Allocco. 
Poster: Primi dati sulla popolazione di Allocco (Strix aluco) nidificante nella Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile  (Ph. M.Mastrorilli)
Pertanto, nelle schede è stata inserita anche la possibilità di registrare le fasi lunari ed il grado di nuvolosità. Le postazioni da cui emettere i canti preregistrati, individuate sulla carta e verificate sul campo, sono state scelte in modo tale che la distanza tra quelle adiacenti risulti doppia rispetto alla massima distanza a cui è percepibile il canto preregistrato emesso. Nel rispetto delle prescrizioni bibliografiche è stata utilizzata un’apparecchiatura che garantisca l’adeguata udibilità nel raggio di almeno 300 m dal punto di emissione, effetto ottenuto con un amplificatore di 10 W. Per evitare l’allontanamento dei soggetti presenti nell’area di udibilità, si sono evitate emissioni a volumi troppo elevati. L’area indagata, di circa 73 kmq, include la Riserva ed il lago di Ventina con un buffer di 1 km (quest’ultimo di prossima inclusione nell’area protetta). L’intenso grado di antropizzazione dell’area indagata ha obbligato l’esclusione di alcuni settori in cui la ricezione degli eventuali canti sarebbe stata fortemente compromessa dal disturbo in atto, in taluni contesti.>

Nel complesso il XVIII Convegno italiano di ornitologia di Caramanico ha proposto diverse interessanti ricerche, le uniche due considerazioni un pò più negative riguardano come già anticipato la scarsa presenza di monitoraggi sugli Strigiformi e nel contempo, la scelta della location bella ma molto decentrata ha certamente sfavorito un’adeguata partecipazione e questo si è tradotto con un limitato numero di partecipanti e con una fortissima assenza di ornitologi dell’Italia settentrionale. 
Caramanico Terme in Abruzzo, uno dei borghi più belli d'Italia nel Parco della Majella (ph. M.Mastrorilli)
un cartello di attraversamento animali in Abruzzo lungo la strada per Caramanico (ph. M.Mastrorilli)
Per me è stato un piacere comunque perchè ho rivisto vecchi amici del GIC (Gruppo italiano Civette) come Augusto de Sanctis (anima del Convegno), Matteo Barattieri, Michel Bux, Giampiero Calvi e la carissima e simpatica Mina Pascucci con la quale ho chiacchierato a lungo sabato notte.
Ora la prossima edizione si terrà in Piemonte, a Torino nel 2016!
Per qualsiasi ulteriore informazione sui rapaci notturni, per partecipare alle mie ricerche, per realizzare una tesi o un tirocinio sui gufi o sulle civette (o affini) potete contattarmi qui e sarò lieto di aiutarvi.

Alla prossima gufoavventura un gufociao dal vostro owlstoyteller!