sabato 7 febbraio 2015

Perchè la civetta ama cantare al crepuscolo?


Quante volte associamo ad un animale una serie di luoghi comuni, convinzioni o presunte verità che poi risultano poco reali? 
Le civette sono un esempio eclatante: annoverate tra i predatori della notte, scopriremo in questo blog (nei vari post che inserirò...) che poi queste  fate alate... tanto notturne non lo sono!
Il comportamento e la potenziale attività diurna di una civetta Athene noctua è correlata con le stagioni, gli ambienti, la latitudine e le condizioni meteorologiche. 
Rispetto ad altri predatori notturni, la civetta ha l’abitudine di muoversi, di riposarsi e persino di alimentarsi anche in pieno giorno, rendendosi visibile agli occhi, talvolta increduli, di molti neofiti naturalisti.
Chi conosce le civette, è consapevole che questi piccoli predatori cercano di sfruttare in modo ottimale l’ecosistema che hanno colonizzato e, se vi sono buone risorse trofiche o devono sostenere la propria nidiata, non si esimono dal muovere autentiche battute di caccia anche in pieno giorno e al crepuscolo. 
Una civetta arrabbiata (foto di Claudio Crespi)
In quello che gli ornitologi amano definire il display di corteggiamento, le civette nascondono un segreto etologico che è stato svelato nelle pagine della rivista Behavioural Ecology and Sociobiology e che apre uno scenario di anche non esclusivamente legato all’oscurità notturna. 
Durante l’estate tutti noi avremo ascoltato, almeno una volta, il canto di una civetta (clikka qui per ascoltare il canto della civetta). Questo rilievo nasce dal fatto, che specie nel periodo estivo, le nostre finestre, per rinfrescarci, restano aperte anche di notte, perché frequentiamo maggiormente i luoghi all’aperto (rispetto all’inverno) e quindi siamo portati a credere che questa specie sia più vocifera in questo periodo. 
La verità è che in estate, specie da luglio a settembre agli adulti presenti si aggiungono molte giovani civette che hanno un’attività vocale molto intensa. 
Alcuni ricercatori francesi, tuttavia, non si sono fermati alle apparenze ed hanno cercato di far luce sul misterioso ed esteso vocalizzo di questi piccoli strigidi. 
Già svariati anni fa, l’ornitologo tedesco Klaus Michael Exo, rimase tanto affascinato dalle vocalizzazioni delle civette da studiarle in modo approfondito, portando alla luce aspetti inediti.
Exo in un articolo pubblicato dal Journal of Ornithology, pose grande attenzione allo studio dei versi delle civette e definì un’eclatante variabilità di vocalizzi tanto che con una visione zoo-antropomorfica, potremmo definire tale programma vocale quasi sinfonico!
Pensate che alle 22 note di base (alcune condivise tra maschi e femmine), grazie alle combinazioni, la civetta riesce ad ottenere un inventario di ben 40 segnali acustici che la contraddistinguono come la specie più poliglotta, tra i rapaci notturni europei. 
Civetta tra le rocce in Sardegna (foto di Claudio Crespi)
L’ornitologo tedesco ha scoperto che il maschio emette un ripetuto e squillante Guck, il suo canto territoriale più frequente e usato, con un alternanza di strofe intervallato da pause, che solitamente variano da 3 a 5 versi per volta.
Ma veniamo alla novità: il team di ornitologi francesi ha scoperto che i maschi cantori utilizzano la loro “voce” per conquistare le compagne (fin qui niente di nuovo); ma esiste un momento della giornata durante il quale si assiste ad un intensificazione di questi tweet amorosi: una sorta di serenata-concerto per Lady Civetta!
Hardouin e i suoi collaboratori, che hanno lavorato sotto l’egida del Centre d’Etudes Biologiques de Chizé, hanno cercato di capire se le civette hanno un momento della giornata durante il quale il loro canto può avere un significato sociale più definito e non limitato ai canti di allarme. 
I risultati sono davvero sorprendenti, ma non per chi crede che la comunicazione tra gli animali esista, sebbene basata su un linguaggio intricato e quasi totalmente inesplorato! 
Civetta e il mare sardo (foto di Claudio Crespi)
I rapaci notturni comunicano questo è certo, ma questo campo di ricerca è davvero vergine perché scoprire cosa dicono i gufi e come lo fanno è davvero difficile scoprirlo.
L’abitudine di cantare all’alba è una caratteristica etologica nota in molti piccoli uccelli (Passeriformi) in virtù della comprovata consuetudine che delinea nei vocalizzi emessi all’alba, lo strumento che sancisce le gerarchie sociali e di coppia e definisce le qualità dei maschi e dei loro potenziali rivali. 
scambio di sguardi (foto di Claudio Crespi)
I civettologi francesi hanno cercato di capire se questo aspetto etologico si riproponga anche per questi predatori notturni, ma da quanto è emerso ci sono alcune differenze interessanti.
Gli autori della ricerca hanno ipotizzato che cantare al crepuscolo per un maschio di civetta possa essere un modo utile per esternare un buono stato di forma; poiché tale momento della giornata si pone prima delle battute di caccia, si può presupporre che un canto crepuscolare sia un segnale onesto, di buona fitness ed efficace capacità di cattura delle prede. 
Se la civetta fosse debole e denutrita avrebbe meno forza per cantare al crepuscolo, questo contrasto è sufficiente agli etologi per definire il canto corale crepuscolare come un segnale onesto
Cioè la femmina è consapevole che trovare un maschio con una forte propensione al canto crepuscolare è probabile che sia un individuo forte, capace di cacciare in modo sostenuto quando se concederà avrà la nidiata da accudire. 
Parleremo di questi tipi di segnali in campo etologico in modo più approfondito in altri post.
Il risultato emerso dalla ricerca dimostra che le civette, al contrario dei Passeriformi, scelgono il crepuscolo, ovvero il momento prima del tramonto, come periodo topico per esibirsi in un concerto con il quale attirare le attenzioni delle loro future partner. 
Quindi per le civette, che spesso sentiamo cantare all’imbrunire, quel momento si trasforma nel loro magic moment per conquistare le femmine. 

Se avete domande, chiarimenti da chiedere o volete collaborare con me su progetti e ricerche sul campo non esitate a scrivermi qui.
Settimana prossima seguite GUFOTUBE perchè in occasione di san Valentino lancerò un video molto bello e spettacolare sul rituale di corteggiamento delle civette... dal testo al video.. iscriviti a Gufotube.
Ringrazio Claudio Crespi per le fotografie che vedete i questo post, uno degli amici con i quali ho condiviso tante, tantissime esperienze e avventure con gufi e civette. 

Qualche lettura consigliata:
Mastrorilli M., 2005. La civetta in Italia. Araspix ed. pp.98
Mastrorilli M. & della Pietà C., 2013. Quelli della Notte Gufi e civette. Maria Grazia Bulgarini ediz. pp.176  compralo qui (gadget gufoso in regalo a chi compra questo libro)
Exo KM (1984) Die akustische unterscheidung von steinkauzmännchen und -weibchen (Athene noctua). J Ornithol 125:94–97 
Exo KM, Scherzinger W (1989) Voice and inventory of call-notes of the Little owl (Athene noctua): description, context and habitat adaptation. Ecol Birds 11:149–187
Hardouin L., Dominique R., Bretagnolle V., 2008. A dusk chorus effect in a nocturnal bird: support for mate and rival assessment functions. Behavioral Ecology and Sociobiology. Volume 62 (12):1909-1918

2 commenti:

  1. Vivo a Napoli, in zona ospedaliera.
    Ormai è consuetudine, tutte le notti, ascolto il canto della civetta 😊

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  2. Io non vivo vicina ad ospedali o cose simili. Vivo in mezzo alle colline del Prosecco e già da qualche anno ho il privilegio di avere la civetta che ha nidificato vicino alla mia casa. La sentiamo la notte e al tramonto anche in questo periodo nel quale le finestre non sono ancora aperte. Stasera era su un noce accanto alla mia casa e questo mi rende felice perché vuol dire che la coabitazione con noi non la infastidisce.

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