Per augurarvi un Buon Natale ho pensato di regalarvi un post da leggere tutto d'un fiato...ovviamente 100% Gufi e civette.
Chissà quante volte durante un’escursione avremo avuto modo di imbatterci in uno spettacolare fenomeno della natura, che spesso abbiamo difficoltà ad interpretare e a spiegarci: parliamo del mobbing.
Una civetta a tu per tu con un Merlo, un classico mobber! (ph. A. Tonelli) |
Non solo! Con questo termine dalle chiare assonanze anglofile, indichiamo un atteggiamento che nel genere umano è solitamente fortemente sgradito da parte di chi lo subisce.
Per coloro che sul lavoro, subiscono con regolarità un azione di disturbo, d'irritazione e provocazione da parte dei propri direttori o superiori, non è certo fenomeno infrequente e questo stato di malessere è ormai unanimemente codificato con il termine di Mobbing.
L'etimologia d questo termine deriva dall'inglese, dal verbo " to mob" che descrive alcune tipologie di azione: affollarsi, assalire, accalcarsi, aggredire, schernire. Fu il celeberrimo Nobel per l'etologia, Konrad Lorenz a usare questo termine per primo con l'accezione di descrivere il comportamento degli animali e del resto, essendo un grande osservatore e studioso di taccole non poteva non avere osservato questo comportamento che nei Corvidi è molto pronunciato, indomito e quasi schernitore.
La civetta subisce un azione di mobbing classica (ph. A. Tonelli) |
Allargando lo scenario al mondo della natura il mobbing è invero un fenomeno davvero comune e riguarda direttamente i nostri amati rapaci notturni e il loro rapporto particolare che si instaura con i volatili diurni.
La coesistenza di varie specie ornitiche in un ambiente può generare quelli che gli ornitologi chiamano rapporti interspecifici; il più noto origina le catene alimentari, ovvero il più grande mangia il più piccolo con una ciclicità degna delle matrioske russe!
Questo complesso sistema d’interazione evidenzia incredibili pattern comportamentali, alcune delle quali si manifestano con il mobbing.
Il mobbing lo possiamo definire come una reazione collettiva o singola diretta verso un predatore da parte di potenziali prede: un assalto di gruppo che serve a disorientare, allontanare e confondere il rapace.
Attaccando l'intruso che esso sia un rapace o un altro predatore alato, gli uccelli rispondono ad un invasione di un territorio o ad un potenziale pericolo attaccando la potenziale minaccia con grida, vocalizzi, accerchiamenti o aggressioni simulate che servano a respingere la presenza di questo pericoloso intruso.
Chissà a quanti di noi, osservando un rapace sulle nostre montagne o anche nelle periferie suburbane sarà capitato di vedere Corvidi o piccoli uccelli che attaccano con veemenza gufi, civette, aquile o poiane.
Il gufo di palude muovendosi di giorno subisce spesso il mobbing dei corvidi (ph. L. Olsson) |
Dopo decenni di studi anche gli ornitologi che hanno monitorato questi fenomeni di aggressione e disturbo hanno cominciato a darci alcune risposte; ma per entrare in questo sconosciuto universo del mobbing aviario è opportuno identificare quali uccelli siano coinvolti in quest'azione intimidatoria.
Negli uccelli l’azione di disturbo è tipicamente diretta verso Strigiformi o Falconiformi che si intromettono in aree di riposo, territori di nidificazione o aree di foraggiamento.
Il mobbing rispetto ad altre tematiche etologiche sarebbe scontato scoprire che questo comportamento è ancora poco indagato ed in particolare sembra poco studiato proprio il rapporto tra uccelli della notte e diurni durante il giorno.
Sfogliando pagine di celebri autori dell’antichità (Plinio, Aristotele, Leonardo da Vinci, Marco Porcio Catone) emerge che il mobbing era una realtà etologica ben conosciuta tanto da trasformarsi in una millenaria e curiosa “tecnica” venatoria, peraltro praticata sino ad un decennio fa ed oggi finalmente proibita.
I cacciatori usavano degli zimbelli vivi (in prevalenza civette e comunque Strigiformi) che posati e legati in mezzo ad un campo su posatoio artificiale vistoso divenivano una sorta di richiamo irresistibile per alcuni passeriformi come allodole, passeri, fringuelli e tottaville; alla vista di una civetta, le allodole e gli altri uccelli presenti si avvicinavano e ancor prima di schernire le civette erano accolti a fucilate da cacciatori nascosti nei capanni.
Il divieto a questa forma di caccia, ha favorito il trend positivo della Civetta, ma non impedisce di osservare questo fenomeno in ambienti naturali, tanto da ritenere che proprio il mobbing sia uno dei motivi che rendono tanto elusivi di giorno i rapaci notturni.
Trasferiamoci sulle coste tirreniche, nel bosco di Palo in piena macchia mediterranea; nel corso dello svolgimento di una tesi per l’Ateneo romano, qualche decennio fa, Roberto Casalini condusse una ricerca davvero curiosa ed originale interamente dedicata al playback.
Per queste osservazioni impiegò, come zimbello, una civetta Athene noctua che presentava un trauma alare che le impediva di volare e quindi di essere rilasciata; nascosto all’interno di un capanno Casalini osservò i comportamenti di mobbing nei confronti di questa civetta e raccolse un corollario di azioni assai diversificate che permise al giovane ricercatore di codificare almeno 15 diversi comportamenti dei Passeriformi che si alternavano al cospetto della civetta.
Civetta e Merlo un classico scenario da mobbing (Ph. A. Tonelli) |
Le azioni di mobbing subiscono incrementi significativi in corrispondenza del periodo della riproduzione in un momento durante il quale ogni volatile accentua la difesa del territorio sia durante la costruzione del nido, la covata e l’allevamento della nidiata.
Sono addirittura 24 le specie di Passeriformi annotate tra i mobbers di questa civetta laziale; tra queste il verzellino Serinus serinus, il saltimpalo Saxicola torquata ed il cardellino Carduelis carduelis hanno protratto la difesa dal territorio anche ai periodi autunnali ed invernali.
Roberto Casalini avanzò due ipotesi: la difesa di un homerange anche dopo la stagione riproduttiva (territori di alimentazione), oppure che l’attività di mobbing, non fosse strettamente legata alla difesa di un territorio.
A suffragare la prima tesi, intervennero i casi di mobbing della pispola Anthus pratensis, un volatile presente nell’area di studio solo durante il periodo autunno-invernale e che mostrò intensità di mobbing costanti per gran parte del tempo della sua permanenza.
Invero questo fenomeno che richiama l’attenzione dei naturalisti da millenni è ben lungi dall’essere interpretato ed anzi il rapporto tra uccelli dalle abitudini notturne e diurne sembra regolato da meccanismi davvero ancora poco interpretati.
Pensiamo ad un allocco, ritenuto a ragione un predatore indomito ed aggressivo; anch’egli se incautamente si posa in un'area aperta, pur conoscendone dimensioni ed aggressività, diviene oggetto di per scherno ed aggressioni tanto da attirare tantissimi piccoli volatili che abitualmente sono predati di notte e rientrano nella dieta di questo uccello notturno.
Il fascino dell’esposizione diurna dei rapaci notturni ha affascinato un gruppo di ricercatori nordici capitani dal danese Peter Sunde, che hanno identificato l’Allocco come loro specie target.
Dopo aver marcato e seguito un gruppo di allocchi, questo team di ornitologi ha cercato di capire se le abitudini elusive di questa specie, che trascorre molta parte della giornata nascosto, era uno sforzo per evitare i mobbers o potenziali predatori come l’Astore.
I dati raccolti hanno evidenziato che il rischio di subire predazioni era più elevato in presenza di posatoi maggiormente esposti e probabilmente persino il mobbing agevola i predatori diurni ad individuare gli allocchi, che specie negli stadi giovanili (perché meno esperti) sono portati a subire mobbing e maggiori attacchi letali.
Pavey e Smith, studiando alcune civette australiane (Ninox strenua) hanno definito al meglio le dimensioni di questi mobbers (cosi’ sono chiamati i piccoli uccelli che compiono mobbing): nella maggior parte dei casi il mobbing era svolto da uccelli di dimensioni comprese tra il 4 ed il 26 % del peso corporeo del rapace notturno mobbato… come dire piccoli ma insistenti! Inoltre solo il 12% degli attacchi dei mobbers sono stati registrati nella foresta mentre la maggior parte delle interazioni erano state documentate in aree aperte, radure o posatoi poco protetti.
Un recente studio condotto da un team di ornitologi canadesi, ha sviluppato un interessante esperimento nelle foreste equatoriali brasiliane.
In queste zone è stato utilizzato il playback e i richiami acustici per verificare se la risposta di mobbing dei piccoli Passeriformi tropicali era più o meno intensa verso la presenza della Civetta nana ferruginosa (o civetta nana rossiccia) Ferruginous Pygmy-owl (Glaucidium brasilianum).
Civetta nana rossiccia |
Lanciando i richiami di questa piccola civettina tropicale, si sono rilevati atteggiamenti di risposta e mobbing da parte degli uccelli tropicali molto forti dove la civetta nana brasiliana aveva popolazioni con densità notevoli.
Comportamenti di mobbing di media bassa intensità in quelle zone di foresta ove la civetta era meno presente, mentre nelle aree ove la civetta era assente, il canto emesso attraverso ode richiami di questo Strigide non ha prodotto reazioni significative da parte dei Passeriformi.
Un risultato eccezionale che suffraga l'ipotesi che il mobbing sia più forte laddove le popolazioni dei rapaci divengono un potenziale pericolo notturno nella veste di predatori e questo accentua la difesa del territorio nell'unico momento della giornata (il giorno) in cui sono meno minacciosi e possono essere intimoriti, scherniti e allontanati con il mobbing.
Un caro saluto e tanti auguri di Natale in questa magica giornata!
Un regalo per una lettura di Natale un po' diversa... Questa è la prima puntata dedicata al mobbing, presto avrete la seconda puntata.
Un grazie speciale ad Aldo Tonelli, caro amico da tanti anni, abile birdwatcher e abilissimo fotografo di civette.
Alla prossima avventura "esplorativa" nel mondo dei gufi con il vostro Owlstoryteller, se volete scrivetemi qui.
Bibliografia consigliata:
Casalini R., 2004. Attività di Mobbing nei confronti di Athene noctua (SCOPOLI, 1769)in un ambiente mediterraneo. Atti del I Convegno Italiano sulla Civetta. Osio Sotto (BG) 41-44
Della Pietà C., Mastrorilli M., 2008. Gufi e civette. Muzzio ed. pp.176
Mastrorilli M., 2005. La Civetta in Italia. Araspix ed.
Mastrorilli M., 2010. Please not disturb. Uccelli in Natura.
Pavel C. Smyth A., 1998. Effects of avian mobbing on roost use and diet of powerful owls, Ninox strenua. animal behaviour. 55(2)313-318.
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