Qualche giorno fa mi è passato tra le mani un articolo pubblicato sul The Wilson Journal of Ornithology che mi ha gentilmente spedito una ricercatrice americana Carla Dove, che lavora a Washington negli States.
Freschissimo di stampa e con un gufo delle nevi come protagonista, come potevate pensare che non avrei scritto qualcosa in merito per voi?
Splendido gufo delle nevi in volo (ph. P. Dimeler) |
Anche perché il titolo tradotto in italiano è stuzzicante: “tecniche forensi di identificazione per il primo caso di predazione di Gazza marina da parte di un gufo delle nevi”.
Ebbene il lavoro è davvero curioso: chi di noi non ha seguito almeno una volta un episodio di CSI oppure si è trovato avvinto dalla sceneggiatura di qualche “giallo” nel quale la polizia scientifica inchioda il colpevole!
Ebbene quello che vi sto per raccontare, è il resoconto della ricerca scientifica di Carla Dove e Charles Coddington che mostra come le tecniche di indagine di polizia scientifica possono aprire l’orizzonte verso nuove scoperte ornitologiche, davvero curiose.
Carla Dove qualche anno fa ha prodotto un vero trattato di ornitologia forense che permette da un semplice resto di piuma di risalire alla specie o quasi... magia dei moderni CSI da laboratorio ornitologico!
Andiamo per gradi e raccontiamo questa storia.
Il 3 febbraio 2013, nel corso di una ispezione della pista 22L del famoso aeroporto JF Kennedy di New York uno dei più grandi del mondo è stato trovato “il corpo”, un ornitologo direbbe la carcassa, ma stiamo al gioco di CSI, di un gufo delle nevi.
Poichè l’esemplare era in buone condizioni è stato inviato allo Smithsonian Institution Feather Identification Lab per essere tassidermizzato e conservato nel museo.
I gufi delle nevi, non molti lo sanno, quasi tutti gli inverni raggiungono New York e si fermano lungo i litorali sabbiosi ed altre volte entrano in aree con incolti, in questo senso gli aeroporti sono molto graditi sia ai gufi delle nevi sia ai gufi di palude.
Qui vi riportiamo qualche foto scattata in diversi aeroporti americani.
l'avete visto? posato sul ... buona ricerca |
il mimetismo di un gufo delle nevi tra le nevi a bordopista |
Una coppia in cerca di prede |
in fase di decollo nell'aeroporto di Chicago |
Una volta giunto al Museo, l’esemplare di gufo delle nevi durante la preparazione ha stupito i ricercatori ed è stata fatta una scoperta inattesa, poiché i contenuti stomacali hanno rivelato la presenza di frammenti ossei e piume che dopo un adeguato trattamento hanno permesso una scoperta inedita per il mondo scientifico. Il lavoro di Dove e Coddington ha mostrato le abilità di questo laboratorio, poiché i resti ossei non permettevano la determinazione della specie predata ma le piume... che sembravano prive di possibilità di comunicare qualche informazione, beh il piumaggio ha rivelato grandi sorprese.
Del resto a Carla Dove, non sembrava vero di poter applicare i dettami tecnici del suo trattato di ornitologia forense in un campo pratico... in attesa di esser chiamata ad inchiodare un serial killer, accontentiamoci (meglio così) di scoprire la vena killer di un gufo delle nevi!
In primo luogo sono stati ripuliti i resti di predazione, in particolare il piumaggio. Agitando delicatamente il materiale (resti di piumaggi trovati nello stomaco del gufo) in acqua calda con sapone liquido sono state pulite queste parti e poi con brevi “soffi” di aria compressa sono stati asciugati.
Campioni microscopici sono stati fatti secondo metodi descritti in Dove e Koch (2010) e visualizzati con un microscopio ottico Leica composto (10X-400X, Leica Microsystems CMS GmbH, Wetzlar, Germania). Microfotografie sono state scattate con Leica Applicazione software Suite V4.3 (Leica Microsystems GmbH, Wetzlar, Germania). Le fotografie dei resti ossei sono state elaborate utilizzando Adobe Photoshoph 6.0.
Insomma tutto era pronto per inchiodare il colpevole...
In questo caso un povero e sfortunato gufo delle nevi che però aveva in serbo una scoperta interessante da raccontarci.
Grazie al confronto con una sorta di database fotografico e seguendo le linee guida redatte proprio dalla stessa ricercatrice americana, è stato possibile risalire dapprima alla famiglia, poi al genere.
Infine Carla e Charles hanno dato un nome alla vittima: la Gazza marina Alca torda.
una foto ritratto della Gazza marina Alca torna, uccelli predato dal gufo delle nevi ritrovato a NY |
Si tratta del primo caso documentato scientificamente di predazione da parte del gufo delle nevi verso una Gazza marina, uccello pelagico della famiglia degli Alcidi.
Presente anche nel Mediterraneo è un “pennuto” capace di tuffarsi nel mare fino ad oltre 100 metri di profondità in virtù di caratteristiche aerodinamiche che lo rendono un vero siluro nelle acque e molto più goffo e impacciato sulla terraferma dove probabilmente è finito vittima della forza del gufo delle nevi.
Incredibile pensare che tecniche predisposte per aiutare la medicina legale e la polizia scientifica ad incriminare i delinquenti stavolta sia servita per consentire una scoperta ornitologica.
Ecco il riferimento bibliografico di Carla Dove e del suo trattato di ornitologia forense.
Dove, C. J. and S. L. Koch. 2010. Microscopy of feathers: a practical guide for forensic feather identification. Journal of American Society of Trace Evidence Examiners 1:15–61.
Ringrazio Pamela Dimeler per lo splendido scatto d'apertura di gufo delle nevi.
Ringrazio naturalmente anche Carla Dove che mi ha spedito il suo articolo in pdf.
Per chi volesse contattarmi, se vuoi fare una tesi di laurea o un stage sui gufi, se hai domande, foto da mostrarmi non esitare a contattarmi, scrivimi qui.
Un gufociao dal vostro owlstoryteller!
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