Cari amici
dei gufi, dopo il fantastico ed emozionante Festival dei gufi che ho
organizzato e di cui vi parlerò nelle prossime puntate e settimane, faccio un breve
salto indietro nel tempo e vi racconto la mia recentissima esperienza in
Abruzzo al Convegno italiano di Ornitologia (17-20 settembre 2015).
Giunto alla
XVIII edizione, il Convegno italiano di ornitologia è sempre un momento di
grande aggregazione e interessa scientifico.
Per tre
giorni mi sono rilassato e appassionato ad ascoltare e a confrontarmi su
tematiche legate al mondo dei rapaci notturni e dell'avifauna in genere, incontrando
molti vecchi e nuovi amici, nonché presentando alcuni
miei lavori (sul gufo, sul rondone e sul video sharing applicato
all'ornitologia) di cui vi parlerò nei prossimi post di owlstorytelling.
Infatti, in
questo spazio, mi soffermerò su un aspetto interessante emerso in una comunicazione
(una delle più interessanti per me) esposta nella sessione plenaria di sabato 19 settembre, a cura di
Michelangelo Morganti, Gaia Bazzi, Diego Rubolini e Roberto Lardelli.
Il titolo
della presentazione è Migratori
trans-sahariani svernanti in Italia: analisi della distribuzione attuale e
futura basata sui dati del portale Ornitho.it, un lavoro di grande interesse,
poiché evidenzia l'accorciamento delle distanze di migrazioni, come conseguenza
indiretta del riscaldamento globale e dei mutamenti climatici che sono davanti
ai nostri occhi ogni giorno.
Basta guardare
un TG per capire come i fenomeni alluvionali, di siccità e di inverni caldi
siano legati a un mutamento globale che da luogo a manifestazioni pressoché
quotidiane nei vari angoli del pianeta; episodi sempre più frequenti che coinvolgono noi uomini ma anche i gufi e in questo caso particolare gli assioli, protagonisti di questa storia.
assiolo in Sicilia, area di svernamento elettiva della specie in Italia (ph. Carmelo Milluzzo) |
In Italia e
in Europa ci sono molti uccelli che scelgono il nostro Continente e la nostra
Penisola per nidificare, ma quando la bella stagione inizia ad abbandonarci, molti
volatili iniziano un lungo o lunghissimo percorso di migrazione che li induce ad
attraversare il Mediterraneo e persino il Sahara, per quello che viene definito
il percorso di un migratore transahariano.
Per chi,
come molti di noi, ha letto libri di ornitologia, guide di identificazione
all'avifauna o saggi sulla migrazione degli uccelli, il termine migratore
transahariano è stato assorbito come una logica razionale per la biologia e la
fenologia di decine e decine di specie che si riproducono sul suolo europeo.
Tra
queste anche l'assiolo Otus scops, uno dei più piccoli strigiformi italiani,
definito da sempre un migratore transahariano, capace quindi di compiere
tragitti lunghissimi alla ricerca di temperature più miti e di adeguate risorse
trofiche, che nel caso dell'assiolo sono prettamente gli ortotteri e gli
insetti in genere.
Una fuga dall'inverno europeo e italiano che in questi
ultimi anni sta riservando sorprese.
Questa
ricerca realizzata attraverso l'analisi dei dati raccolti nella più importante
piattaforma di sharing di dati ornitologici italiani chiamata ornitho.it, ha mostrato
come il clima, probabilmente (ovviamente serviranno altre prove e ricerche in
tale orientamento), stia modificando le abitudini di molte specie ornitiche, che
preferiscono svernare in Italia o sulle coste africane, senza più tentare
l'impresa del passaggio del Mediterraneo o peggio ancora del superamento del Sahara.
Una sorta di
resilienza, come la definiscono gli autori, di queste specie alle nuove
dinamiche climatiche, che stiamo registrando anno dopo anno.
Questo
accorciamento delle rotte migratorie è davvero incredibile, poiché riveste la
biologia e la fenologia di un numero rilevante di specie europee.
Inoltre i
medesimi studi e risultati si stanno raccogliendo anche lungo quella che viene
definita la Flyway occidentale,
ovvero il percorso lungo la penisola iberica, lo stretto di Gibilterra e le
punte estreme dell'Africa nord occidentale. Uno dei più importanti passaggi d itransit odei migratori europei.
Svernamento uccelli lungo la Flyway occidentale (foto slides conferenza) |
Lo studio
presentato al Convegno Italiano di Ornitologia a Caramanico Terme (Pescara) è molto interessante poiché sulla base dei dati analizzati nel
periodo 2009-2015 si sono provate presenze di contingenti svernanti e nuove abitudini in alcune specie. Queste presenze sono basilari per formulare ipotesi future basate su proiezione
legate al cambiamento del clima e i modelli predittivi mostrano un fenomeno che
sarà sempre più rilevante.
modello di previsione dell'espansione di areale per le specie migratrici transhariane italiane (slide conferenza) |
Le specie
che hanno mostrato forti o fortissimi inclinazioni a tentare lo svernamento in
Italia sono state oltre all'assiolo anche la nitticora e la sgarza ciuffetto
tra gli Ardeidi.
Ma anche la
cicogna nera, il falco pescatore,il grillaio, l'aquila minore, l'upupa, il corriere piccolo e il
pettazzurro.
Quello che
traspare da questo lavoro è che l'assiolo sta progressivamente perdendo la sua
necessità di migrare verso sud, la sua volontà di attraversare il tratto del Mediterraneo
che ci separa dalle coste africane (capace di mietere molte vittime durante il
percorso) e soprattutto sta progressivamente rinunciando a migrare oltre il Sahara.
Modello di presenze attuali e predittivo della distribuzione dell'assiolo (slide dalla conferenza) |
Il
lunghissimo viaggio transahariano era stato indicato in un vecchio studio sulle
popolazioni degli assioli lombarde, dal professor Galeotti come una della cause
di mortalità più elevata nel periodo post-riproduttivo.
Questo interessante
monitoraggio e analisi presentato a Caramanico, propone le nuove abitudini
migratorie di assioli ed altre specie ornitiche che porteranno in futuro un
numero sempre maggiore di assioli a svernare in Italia.
I dati sono troppo esigui
per altre considerazioni, ma forse dietro la recente ripresa demografica dell'assiolo
potrebbe celarsi anche questa nuova inclinazione fenologica, che produce
certamente tassi di mortalità meno elevati.
I
cambiamenti climatici sono così veloci e repentini che stanno cambiando gli
scenari zoogeografici, gli ornitologi se ne sono accorti e stanno cominciando a
studiare questi fenomeni.
Quel che è
certo che con il passare degli anni avremo sempre più assioli che adotteranno
il BelPaese per viverci in tutte le
stagioni!
Nuovi residenti tra gli strigiformi migranti italiani?
Non possiamo
definire il cambiamento globale del clima indotto dal genere umano, come un
segnale positivo per il Pianeta, ma è interessante e positivo scoprire che
alcuni animali cercano di porre rimedio ai mutamenti dettati
indiscriminatamente dall'uomo.
Una
resilienza degli assioli che dimostra un eclettismo insperato della specie: il
tempo, tuttavia, ci dirà come queste nuove alchimie zoogeografiche e climatiche si
completeranno con gli equilibri biologici di un ecosistema.
La cartina con la
previsione delle temperature del 2050 è stata presentata proprio durante la
conferenza e l'ho fotografata per voi, per mostrarvi l'inquietante destino cui
sono destinate le nostre specie ornitiche con queste repentino cambio di clima.
Il futuro climatico dell'Italia (slide della conferenza) |
Assioli
sempre più italiani: questa è la strada che abbiamo imboccato ed è quanto confermano
le indagini scientifiche di Caramanico!
Ho la sensazione che il futuro non possa farci prevedere rosee aspettative globali.
Chiunque
volesse avere maggiori informazioni, volesse collaborare con me a ricerche
sugli Strigiformi o volesse fare una tesi con il nostro team ci può contattare qui.
Un grazie a Carmelo Milluzzo per la bella foto di assiolo siciliano.
Qui potete leggere l'abstract book del Convegno italiano di Ornitologia di Caramanico Terme (Pescara).
Buona
lettura e un gufociao dal vostro owlstoryteller!
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