domenica 4 ottobre 2015

Vengo anch'io no tu no! Storia di un migrante notturno che sta prendendo residenza in Italia



Cari amici dei gufi, dopo il fantastico ed emozionante Festival dei gufi che ho organizzato e di cui vi parlerò nelle prossime puntate e settimane, faccio un breve salto indietro nel tempo e vi racconto la mia recentissima esperienza in Abruzzo al Convegno italiano di Ornitologia (17-20 settembre 2015).
Giunto alla XVIII edizione, il Convegno italiano di ornitologia è sempre un momento di grande aggregazione e interessa scientifico.
Per tre giorni mi sono rilassato e appassionato ad ascoltare e a confrontarmi su tematiche legate al mondo dei rapaci notturni e dell'avifauna in genere, incontrando molti vecchi e nuovi amici, nonché presentando alcuni miei lavori (sul gufo, sul rondone e sul video sharing applicato all'ornitologia) di cui vi parlerò nei prossimi post di owlstorytelling.
Infatti, in questo spazio, mi soffermerò su un aspetto interessante emerso in una comunicazione (una delle più interessanti per me) esposta nella sessione plenaria di sabato 19 settembre, a cura di Michelangelo Morganti, Gaia Bazzi, Diego Rubolini e Roberto Lardelli.
Il titolo della presentazione è Migratori trans-sahariani svernanti in Italia: analisi della distribuzione attuale e futura basata sui dati del portale Ornitho.it, un lavoro di grande interesse, poiché evidenzia l'accorciamento delle distanze di migrazioni, come conseguenza indiretta del riscaldamento globale e dei mutamenti climatici che sono davanti ai nostri occhi ogni giorno.
Basta guardare un TG per capire come i fenomeni alluvionali, di siccità e di inverni caldi siano legati a un mutamento globale che da luogo a manifestazioni pressoché quotidiane nei vari angoli del pianeta; episodi sempre più frequenti che coinvolgono noi uomini ma anche i gufi e in questo caso particolare gli assioli, protagonisti di questa storia.
assiolo in Sicilia, area di svernamento elettiva della specie in Italia (ph. Carmelo Milluzzo)
In Italia e in Europa ci sono molti uccelli che scelgono il nostro Continente e la nostra Penisola per nidificare, ma quando la bella stagione inizia ad abbandonarci, molti volatili iniziano un lungo o lunghissimo percorso di migrazione che li induce ad attraversare il Mediterraneo e persino il Sahara, per quello che viene definito il percorso di un migratore transahariano.
Per chi, come molti di noi, ha letto libri di ornitologia, guide di identificazione all'avifauna o saggi sulla migrazione degli uccelli, il termine migratore transahariano è stato assorbito come una logica razionale per la biologia e la fenologia di decine e decine di specie che si riproducono sul suolo europeo. 
Tra queste anche l'assiolo Otus scops, uno dei più piccoli strigiformi italiani, definito da sempre un migratore transahariano, capace quindi di compiere tragitti lunghissimi alla ricerca di temperature più miti e di adeguate risorse trofiche, che nel caso dell'assiolo sono prettamente gli ortotteri e gli insetti in genere. 
Una fuga dall'inverno europeo e italiano che in questi ultimi anni sta riservando sorprese.
Questa ricerca realizzata attraverso l'analisi dei dati raccolti nella più importante piattaforma di sharing di dati ornitologici italiani chiamata ornitho.it, ha mostrato come il clima, probabilmente (ovviamente serviranno altre prove e ricerche in tale orientamento), stia modificando le abitudini di molte specie ornitiche, che preferiscono svernare in Italia o sulle coste africane, senza più tentare l'impresa del passaggio del Mediterraneo o peggio ancora del superamento del Sahara.
Una sorta di resilienza, come la definiscono gli autori, di queste specie alle nuove dinamiche climatiche, che stiamo registrando anno dopo anno.
Questo accorciamento delle rotte migratorie è davvero incredibile, poiché riveste la biologia e la fenologia di un numero rilevante di specie europee.
Inoltre i medesimi studi e risultati si stanno raccogliendo anche lungo quella che viene definita la Flyway occidentale, ovvero il percorso lungo la penisola iberica, lo stretto di Gibilterra e le punte estreme dell'Africa nord occidentale. Uno dei più importanti passaggi d itransit odei migratori europei.
Svernamento uccelli lungo la Flyway occidentale (foto slides conferenza)
Lo studio presentato al Convegno Italiano di Ornitologia a Caramanico Terme (Pescara) è molto interessante poiché sulla base dei dati analizzati nel periodo 2009-2015 si sono provate presenze di contingenti svernanti e nuove abitudini in alcune specie. Queste presenze sono basilari per formulare ipotesi future basate su proiezione legate al cambiamento del clima e i modelli predittivi mostrano un fenomeno che sarà sempre più rilevante.
modello di previsione dell'espansione di areale per le specie migratrici transhariane italiane (slide conferenza)
Le specie che hanno mostrato forti o fortissimi inclinazioni a tentare lo svernamento in Italia sono state oltre all'assiolo anche la nitticora e la sgarza ciuffetto tra gli Ardeidi.
Ma anche la cicogna nera, il falco pescatore,il grillaio, l'aquila minore, l'upupa, il corriere piccolo e il pettazzurro.
Quello che traspare da questo lavoro è che l'assiolo sta progressivamente perdendo la sua necessità di migrare verso sud, la sua volontà di attraversare il tratto del Mediterraneo che ci separa dalle coste africane (capace di mietere molte vittime durante il percorso) e soprattutto sta progressivamente rinunciando a migrare oltre il Sahara. 
Modello di presenze attuali e predittivo della distribuzione dell'assiolo (slide dalla conferenza)
Il lunghissimo viaggio transahariano era stato indicato in un vecchio studio sulle popolazioni degli assioli lombarde, dal professor Galeotti come una della cause di mortalità più elevata nel periodo post-riproduttivo. 
Questo interessante monitoraggio e analisi presentato a Caramanico, propone le nuove abitudini migratorie di assioli ed altre specie ornitiche che porteranno in futuro un numero sempre maggiore di assioli a svernare in Italia. 
I dati sono troppo esigui per altre considerazioni, ma forse dietro la recente ripresa demografica dell'assiolo potrebbe celarsi anche questa nuova inclinazione fenologica, che produce certamente tassi di mortalità meno elevati.
I cambiamenti climatici sono così veloci e repentini che stanno cambiando gli scenari zoogeografici, gli ornitologi se ne sono accorti e stanno cominciando a studiare questi fenomeni.
Quel che è certo che con il passare degli anni avremo sempre più assioli che adotteranno il BelPaese per viverci in tutte le stagioni! 
Nuovi residenti tra gli strigiformi migranti italiani?
Non possiamo definire il cambiamento globale del clima indotto dal genere umano, come un segnale positivo per il Pianeta, ma è interessante e positivo scoprire che alcuni animali cercano di porre rimedio ai mutamenti dettati indiscriminatamente dall'uomo.
Una resilienza degli assioli che dimostra un eclettismo insperato della specie: il tempo, tuttavia, ci dirà come queste nuove alchimie zoogeografiche e climatiche si completeranno con gli equilibri biologici di un ecosistema. 
La cartina con la previsione delle temperature del 2050 è stata presentata proprio durante la conferenza e l'ho fotografata per voi, per mostrarvi l'inquietante destino cui sono destinate le nostre specie ornitiche con queste repentino cambio di clima.
Il futuro climatico dell'Italia (slide della conferenza)
Assioli sempre più italiani: questa è la strada che abbiamo imboccato ed è quanto confermano le indagini scientifiche di Caramanico! 
Ho la sensazione che il futuro non possa farci prevedere rosee aspettative globali.
Chiunque volesse avere maggiori informazioni, volesse collaborare con me a ricerche sugli Strigiformi o volesse fare una tesi con il nostro team ci può contattare qui.
Un grazie a Carmelo Milluzzo per la bella foto di assiolo siciliano. 
Buona lettura e un gufociao dal vostro owlstoryteller!

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