venerdì 30 gennaio 2015

Perchè i gufi gonfiano il piumaggio quando dormono?

In un blog dedicato ai gufi prima o poi era doveroso parlare del gufo comune. Asio otus, quindi perché non cominciare oggi?
Una delle caratteristiche peculiari di questo Strigiforme è la capacità di aggregarsi, durante la stagione invernale, in dormitori che sono chiamati “roost” (in italiano il termine roost vuol dire: posatoio), nei quali è possibile contare anche svariate decine di  individui svernanti. 
Durante il giorno i gufi si riposano sonnecchiando pigramente sui rami mantenendo, pur sempre, un occhio vigile. All’arrivo del crepuscolo, cominciano a muoversi, dirigendosi verso gli areali di caccia. Un fenomeno sociale affascinante, che ci darà molti spunti per post futuri. 
Occhi socchiusi, ciuffetti eretti mimetismo alla massima potenza di un gufo (foto di M.Mastrorilli)
Il fenomeno dei roosts di gufo comune è un fenomeno in espansione in Italia a livello numerico; ovvero sono aumentati questi dormitori, sebbene siano calati i numeri di individui presenti in ogni singola aggregazione. 
Questo significa che alcuni grandi roosts, con numeri da record per il nostro Paese, come quello di Milano (che aveva raggiunto la cifra record di 73 gufi negli anni ’90) o quello pugliese nel Bosco dell’Incoronata che superava i 100 individui, hanno visto progressivamente un calo significativo degli individui svernanti. 
In alcuni paesi del Veneto orientale, ad esempio, i roosts contano pochissimi individui, ma sono spesso più di uno per ogni paese. 
Un gufo comune sonnecchiante e rigonfio (foto di Chiara Guadagnini)
La tendenza di moda: è più roost, ma con meno gufi! 
Il fenomeno gregario del gufo comune è peculiare del periodo invernale, perché nel resto dell’anno questi predatori scelgono un partner per dar vita ad una normale vita di coppia!
Il gufo comune denota un trend demografico positivo a livello continentale che si riflette con una crescita delle popolazioni ed un’espansione dell’areale di distribuzione. 
Racconteremo spesso curiosità dei roost in questo blog, stiamo preparando anche un video speciale per il canale gufotube, ma oggi, vi racconterò di un curioso atteggiamento che si nota, con più facilità proprio nei dormitori invernali.

Un roost di gufi comuni su una betulla; facili da vedere 6 individui (foto di Marco Mastrorilli)
Perchè i gufi “gonfiano” il piumaggio quando dormono?
La colorazione è davvero molto criptica, ma la disposizione del piumaggio è in grado di mostrarci i nostri gufi comuni con un aspetto apparentemente insolito. 
Quando li vediamo dormire posati sui rami, esposti a qualche timido raggio solare invernale, i gufi ricorrono ad un tecnica di termoregolazione, tipica di molte specie ornitiche, che consiste nel “gonfiare” il piumaggio per limitare la dispersione del calore corporeo. 
Sembrano davvero rapaci paffuti, ma questa tecnica permette loro una perfetta efficienza nel trattenimento del calore corporeo. Quindi minor dispersione di calore, significa un “risparmio energetico”, nel momento dell’anno in cui è più difficile trovare e cacciare le prede. 
Se i gufi sono sollecitati da una presenza che li minaccia o li inquieta, cambiano completamente aspetto. 
I ciuffetti auricolari (ciuffi di piume, che la gente sovente scambia per le orecchie) vengono eretti verticalmente dal gufo per divenire più criptici. 
Il gufo si è svegliato (foto di M.Mastrorilli)
La silhouette si allunga e la loro perfomance mimetica assume risultati eccelsi, il gufo in questo modo diventa, specie se appoggiato al tronco, un perfetto esempio di mimetismo criptico; così efficace che lui stesso ne è fortemente convinto! 
Se girando in un bosco, doveste incrociare lo sguardo con un gufo comune, lui è talmente persuaso della sua invisibilità, che si involerà solo quando sarete a pochi metri. 
Questi due diversi aspetti esteriori, conferiti dal piumaggio al nostro elegante gufo comune, ingannano i neofiti del birdwatching, che sovente pensano di trovarsi di fronte a un gufo comune con un eclatante caso di dimorfismo sessuale o addirittura di un individuo giovane. 
Apparentemente un gufo “rigonfio” è molto più grande di uno in stato di all’erta. Se non si conosce la specie, si è portati a credere che abbiamo di fronte a noi un maschio (più piccolo) o una femmina. Sebbene sia noto che le femmine dei rapaci sono più grandi, la differenza in peso tra i sessi, in questo rapace non è visibile. 
Addormentati e paffuti o “magri” e in stato di allerta, in entrambi i casi, sono certo che questi pennuti li ameremo. Del resto i gufi comuni avevano suggestionato anche il celebre Plinio, che nella sua Historia naturalis, descriveva il gufo denominandolo Asio, che significava rapace notturno con i ciuffi e si suppone che tal nome derivasse dal latino Asinus. Facile intuire il collegamento.
Se avete quesiti o altre curiosità da chiedermi non esitate a scrivermi qui gufotube@gmail.com e se amate i gufi continuate a seguirmi.

Vi consiglio qualche lettura sullo svernamento dei gufi comuni:
Ringrazio Angelo Nardo, Giacomo Sgorlon e Maurizio Marrese per alcune informazioni sui roost in Veneto e Puglia. 


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