martedì 23 febbraio 2016

Il gufo “bianco” trascorre l’inverno in Serbia


Abbiamo già in passato parlato su questo blog delle anomalie di colore dei piumaggi dei gufi (ecco qui il link) e per questo oggi più che esporvi un approfondimento, voglio segnalarvi un caso di svernamento insolito di gufo comune (Asio otus) in Serbia riportato da Ivan Djordjevic, ornitologo locale.
Ricordo il film di Francesco Nuti, Tutta colpa del Paradiso, dove uno dei protagonisti era un ricercatore di stambecchi che cercava la “bestia” ovvero lo stambecco bianco e faticava non poco a trovarlo, qui invece la ricerca è stata facilitata da una segnalazione.
Infatti nella regione del Banat nel Nord della Serbia era presente un roost di gufi comuni all’interno di una scuola (frequenti questi episodi “scolastici” anche in Italia leggi qui), e quando il direttore del plesso scolastico ha informato Djordjevic della presenza di un gufo bianco, la curiosità ha davvero messo le ali al “nostro prode ornitologo” che si è recato sul posto ed ha verificato la presenza di questo individuo completamente bianco.
Le foto sono di Ivan Djordjevic. Febbraio 2016.



Pur ipotizzando che si possa trattare di un soggetto albino, in realtà il fatto che non sia stato possibile vedere il colore degli occhi ha impedito con certezza di escludere che si tratti (sebbene sia meno probabile) di un soggetto leucistico.


Sono in corso ulteriori rilievi, appena saprò qualcosa di nuovo aggiornerò il blog.
Nel frattempo vi segnalo anche questo dato interessante di un individuo albino ritrovato in Bielorussia ed oggi tassidermizzato e conservato presso il Museo zoologico universitario di Minsk. Il ritrovamento in quel caso risaliva all’8 agosto 1998. 


Nel nostro caso invece, per fortuna, il gufo comune “bianco” serbo sta bene e chissà che non decida di spostarsi dalla Serbia e magari farci visita.
Occhio quindi al Gufo bianco!
Per qualsiasi informazione, curiosità sui gufi potete scrivermi qui.
Ringrazio Milan Ruzic per la segnalazione e Ivan Djordjevic per le immagini.

Un gufociao dal vostro owlstoryteller! 

domenica 14 febbraio 2016

Imitando gli allocchi per necessità: meglio di Virginia Raffaele!


Proprio ieri è finito il Festival di Sanremo che quest’anno ha trovato nelle performance di imitatrice della bella artista Virginia Raffaele, uno dei personaggi di maggior audience e appeal televisiva. Ma in natura qualcuno ha pensato bene di imitare i canti dei rapaci notturni sapendo di ottenere uno scopo ben preciso.
Tutti noi conosciamo l'arte di imitare il suono  e persino le parole da parte dei pappagalli, tuttavia in natura, infatti esistono molti uccelli (ricordiamo ghiandaie, calandre, storni, ecc..) che mostrano una particolare inclinazione ad imitare i canti di altri volatili. il principale scopo è quello di disorientare potenziali predatori o competitori e secondo alcuni studi anche per diventare più “affascinanti” agli occhi delle future compagne.
Proprio pochi giorni fa, è uscita in Gran Bretagna una breve nota dal titolo Eurasian Jay’s mimicry of Tawny Owl to deter Carrion Crow  (di Conor Jameson che ringrazio per avermi mandato personalmente l’articolo edito da British Birds 109 • February 2016 • 125–128).
L’articolo come lascia intuire il titolo indica il curioso e sagace tentativo di dissuadere una cornacchia nera nei pressi di un nido di Ghiandaia ad allontanarsi. 
Per farlo la ghiandaia ha imitato il canto dell’allocco, ed anzi pochi istanti dopo il compagno della ghiandaia si è ricongiunto ed ha preso anche esso a imitare il canto dell’allocco per disorientare e allontanare la cornacchia nera.
giovane allocco (ph. M.Mastrorilli)
Anche al vostro owlstoryteller in passato è capitato in diverse occasioni di ascoltare imitazioni di canti di Strigiformi. In particolare, ricordo una mattina quando durante una escursione per fare birdwatching nel Parco del Serio (prov Bergamo), verso mezzogiorno ebbi modo di ascoltare, e successivamente osservare, uno storno che imitava in modo perfetto il canto di un assiolo.
Lo storno è un grande imitatore (ph. C. Crespi)
Ora le imitazioni sono frequenti e quindi prima o poi se farete attenzioni capiterà anche a voi di annotare episodi simili, ma ricordate che il canto è comunque sempre uno strumento di comunicazione di straordinaria importanza. 
Imitare quindi non per giocare, ma per mimetizzarsi, per difendersi... 
Imitazioni vocali che meritano sempre più la nostra attenzione.
Se avete episodi simili da raccontare potete commentare qui sotto il vostro episodio oppure scrivetemi per questo o altri quesiti sul mondo dei gufi o perchè volete collaborare con me.

Un gufociao dal vostro owlstoryteller! 

giovedì 4 febbraio 2016

Orrori da gustare: e se il copyright fosse di Darwin? La strana relazione di Darwin e il gufo!

Ieri ero seduto su una poltrona davanti ad un dottore e parlando di qualche mio problema personale, siamo arrivati a chiacchierare di gufi. 
Non è una novità, ormai tutti associano la mia vista al pensiero di questo adorabile pennuto! Ovviamente ne sono fiero e felice, ma questa volta l’argomento è stato davvero curioso. Avevo letto qualcosa in merito, ma prendendo spunto da questo dialogo di ieri, beh ho pensato di scrivere per voi un post che suppongo vi sorprenderà.
Parliamo di Darwin e di gufi naturalmente!
Lo abbiamo già fatto in un precedente post dove abbiamo trattato la dieta delle civette delle tane che Darwin aveva osservato e descritto durante il suo celebre viaggio sul brigantino Beagle, in arcipelaghi dispersi in oceani quasi sconosciuti.
Ma stavolta l’argomento è molto curioso.
Prima di diventare celebre per la sua teoria dell’evoluzione, maturata nell’arcipelago della Galapagos, Darwin ebbe un trascorso nella sua amata Inghilterra che lo rende ancora più unico e forse un po’ folle in questo singolare approccio degno di un vero "gastronauta".
Infatti uno dei suoi rapporti più singolari con i gufi è stato “consumato” (mai questo vocabolo fu più azzeccato) quando Darwin era a capo del Club dei Ghiottoni. Potremmo definirla una setta quasi segreta... ma erano animati da una curiosità davvero stravagante.

Darwin e il Club dei Ghiottoni 
Questo singolarissimo club non era dedito alla scoperta di incredibili e succulente ricette Made in Inghilterra, ma aveva creato una congrega di indomiti e coraggiosi degustatori, che si erano prefissi il compito di assaggiare tutte le carini di animali e uccelli in particolare che la gente non mangiava e definiva immangiabili senza averne mai provati. Ecco che finirono nei suoi piatti animali come il tarabuso ed alcuni falchi e come vedremo anche i gufi.
Oggi la Tv ci propone format quali Orrori da gustare, ma qualcuno aveva anticipato Zimmern e Antony Bourdain. Proprio il nostro Darwin, chissà forse oggi rivendicherebbe il copyright!
Orrori da Gustare e Zimmern ha preso spunto da Darwin
anche Chef Rubio si diverte ad assaggiare cibi stravaganti

Comunque il Club dei Ghiottoni ebbe l’idea non felicissima, di mangiare un rapace notturno (le cronache lo descrivono come un allocco) e nonostante litri di Porto per renderlo più digeribile, non ebbe fortuna e sia lui che il resto del clan dei ghiottoni non digerirono quella cena. Fu definito “immangiabile” con carne filacciosa e dal sapore quasi disgustoso.
Che il gufo non sia un granché è comprovato da rarissime annotazioni di consumazione di rapaci notturni da parte di commensali. Una di queste è attribuita al periodo della seconda guerra mondiale, quando in Sicilia sembra che qualcuno mangiasse i gufi di palude. Ma in periodo di guerra del resto si mangiavano anche gli aironi e qualsiasi cosa pur di sopravvivere.
Darwin dopo l’esperienza della degustazione infelice dell’allocco, chiuse il club dei ghiottoni, ma durante il suo peregrinare per il mondo non abbandonò la curiosità di assaggiare piatti e animali strani. Ecco finire nella sua lista di assaggiatore seriale, l’armadillo, le cui carni furono definite migliori di quelle dell’anatra ed anche un roditore non identificato, dalla pelliccia marrone, che a suo dire aveva la carne migliore mai assaggiata. Forse era il Capibara. Ma Darwin mangiò anche il puma, la tartaruga delle Galapagos, il nandù (una specie di struzzo) e tante iguane! Insomma... un antesignano di Zimmern!
Forse se avesse avuto modo di assaggiare la cucina italiana avrebbe emesso giudizi gastronomici differenti, ma magari non avremmo avuto la rivoluzionaria e incredibile teoria dell’evoluzione. Quindi meglio così e gustiamoci anche questa sua divertente passione per la gastronomia insolita da parte del padre dell’evoluzione.


ecco un allocco, la specie sia stata mangiata da Darwin e forse la più comune nel Regno Unito (ph. A. Chapman)
Quel che è certo che i gufi è meglio lasciarli vivere liberi e certo non li troveremo su nessuna tavola imbandita. Mai come in questo caso Darwin insegna! 
Un saluto a Massimo B., il dottore con il quale ho condiviso questo divertente dialogo, mentre lui cercava di risolvere i miei problemi. 
Per chi volesse collaborare alle mie ricerche, per chiedere informazioni o altro, vi invito a scrivermi qui. 
Un Gufociao dal vostro Owlstoryteller!