giovedì 21 gennaio 2016

Anche un “gufo VIP vero e musicale” alla mia conferenza a 100 passi dal Duomo di Milano

Cari amici dei gufi,
dopo alcuni post molto tecnici era giusto regalarvi qualcosa di più leggero.
E quindi vi faccio un piccolo resoconto del pomeriggio di ieri a Milano.
In questi ultimi anni il mio girovagare tra Emilia, Toscana e Piemonte non mi ha fatto certo dimenticare la mia città natale e dove ho trascorso la mia infanzia, Milano, con la quale ho comunque sempre un legame d’amore grande. 
Per questo motivo la proiezione di ieri è stata davvero speciale, tenere una conferenza sui gufi all’Urban Center a “100 passi da Piazza del Duomo”, nel cuore della Galleria Vittorio Emanuele, beh per un milanese come me è un vero onore e piacere.
sala gremita all'Urban Center a pochi metri da Piazza Duomo a Milano
il pubblico numeroso dell'Urban Center 
Se poi alla conferenza fai il tutto esaurito (tanto da aggiungere sedie) beh è davvero gratificante.
La conferenza di ieri, organizzata dalla LIPU di MILANO, pur essendosi svolta in un luogo per me inedito (dopo oltre una dozzina di conferenze al Museo di Storia Naturale di Milano), mi ha regalato la sensazione di un luogo amico anche perché ho visto alcune persone a me care e un pubblico attento e coinvolto.
Poi una parola va spesa anche per l’Urban Center che non avevo ancora potuto conoscere, uno spazio davvero splendido, nel vero cuore di Milano un plauso al Comune che ha saputo collocare questo gioiello della comunicazione al servizio della cittadinanza milanese che come sempre risponde alla grande alle ‘iniziative culturali.



Quando mi avevano prospettato l’idea di una conferenza alle ore 16 di un mercoledì, qualche perplessità è nata, ma i miei gufi sono sempre amatissimi e la sala alla fine era gremita in ogni ordine di posto. 


Un grazie a tutti coloro che mi hanno seguito e tra questi persino un VIP speciale, Roberto Brivio.
I più giovani non lo conosceranno, ma lui è uno dei componenti del famosissimo gruppo musicale milanese I GUFI che hanno fatto la storia del cabaret italiano! Averlo tra gli spettatori è stato un vero onore! Grazie Roberto!

Il mitico Roberto Brivio del gruppo musicale e cabaret I GUFI 
Un ringraziamento ad Alice e Claudia che sono passate a trovarmi, a Norio sempre puntiglioso organizzatore con il quale collaboro da una vita se penso alla mia prima mostra al Museo di Milano sulle penne tanti anni fa, organizzata con un suo “gancio”...
Un saluto speciale a Veronica con il quale sento faremo dei bei progetti naturalistici assieme e tra questi un bel format di divulgazione sul sito della LIPU di Milano, che partirà a breve.
Veronica, Norio e Marco all'Urban Center a Milano 
Se poi al termine della conferenza passeggiando in galleria, entri in un negozio di cravatte e trovi un commesso che è la copia di Giovanni del Trio (Aldo Giovanni e Giacomo), beh è ovvio che una cravatta te la porti a casa.... ma come vedete non è una cravatta normale!
Una cravatta "gufosa"! Che sballo! 
la cravatta gufosa!! 
Termina qui la cronaca di un pomeriggio speciale nel cuore della mia Milano... nel quale amo sempre ritornare! 
Marco e Stefania, la fotografa della conferenza! 
Perdonatemi per il post un pò personale, ma l’emozione di parlare all’ombra del Duomo gioca sempre un pò di coinvolgimento passionale e speciale.
un gufologo "milanese" 100%!

Alla prossima gufoavventura! Per info, se volete partecipare alle mie ricerche o avete curiosità da chiarire, scrivetemi sempre qui.

Un gufociao a tutti! 

martedì 19 gennaio 2016

Allocchi grigi e allocchi rossi: chi ha più freddo? Una grande novità dalla scienza!


Cari amici è freschissima di pubblicazione (pochi giorni fa) una ricerca incredibile, che pone nuovi limiti alla conoscenza dei piumaggi degli Strigiformi e degli allocchi in particolare, poiché viene svelato un segreto rimasto nascosto da sempre. 
In questo Strigide, si denotano capacità di isolamento termico del piumaggio in funzione della differenza del colore dell'individuo.
Da tempo è noto che le specie ornitiche capaci di evidenziare polimorfismi di colore (ad esempio allocchi, assioli ..), mostrano notevoli capacità di adattamento alle differenti tipologie di ecosistemi ed ambienti.
Si può facilmente immaginare che per le specie che scelgono di passare l'inverno in luoghi e latitudini con temperature rigide, la capacità di isolamento termico diventa una priorità di sopravvivenza.
Da decenni è noto che gli uccelli si rivestono di un numero differente di piume tra stagione estiva e invernale. 
Allocco con morfismo rosso (ph. K. Lewis)
Addirittura nel caso degli allocchi, proprio un studio condotto in Italia da Galeotti e Sacchi (2003) fu evidenziata una capacità di adattarsi agli ambienti in base all'umidità e piovosità dei medesimi. La pioggia e le temperature interagiscono con i morfismi di colore degli allocchi. 
Negli anni freddi  e secchi (T° C di gennaio 0,54°C, precipitazioni medie autunnali: 210 mm) emerge una mortalità superiore negli individui rossi.  Questo studio comprovava la relazione tra clima, mortalità e colorazione del piumaggio. 
Ed ora vediamo cosa è stato scoperto in questo ultimo e innovativo studio, con il quale si apre la semidei pubblicazioni sui gufi per il 2016.
La grande news è insita nella capacità di sopravvivenza maggiore negli allocchi grigi nella stagioni più rigide e proibitive a livello climatico si può correlare correlarsi alla struttura delle loro piume che nei "grigi" rispetto ai marroni è più densa e con una vocazione ad isolare con maggior efficienza il corpo di questi rapaci.

Dettaglio ingrandito di una copritrice di Allocco con morfismo rosso (ph.M.Mastrorilli)
Questa efficienza si lega anche alla necessità di alimentarsi con maggiore frequenza da parte dei soggetti con piumaggio marrone. 
Le esigenze energetiche sono maggiori se la copertura del piumaggio è meno efficiente e poiché ci sono diversi studi che dimostrano che la ccolorazione a base di melanina è associata a peculiarità fisiologiche e morfologiche si suppone che gli allocchi con morfismo marroni abbiano più necessità di alimentarsi.

Dettaglio ingrandito di una piuma di Allocco con orfismo rosso (ph. M.Mastrorilli)
L'analisi delle piume dorsali in particolare, ha mostrato negli allocchi un sorprendente presenza di barbule più ravvicinate e numerose negli allocchi grigi che pertanto nel complesso hanno un piumaggio più efficiente alle temperature più rigide.
In sintesi lo studio suggerisce che la differenza di colore è un caratteristica associata alla capacità di sopravvivenza degli allocchi negli ambienti con i climi più rigidi.
Ma le sorprendenti rivelazioni di questo studio non sono certo finite qua. 
Altra novità riguarda invece le piume del petto, ove la differenza si evidenzia non in base al morfismo di colore ma in base al sesso. Ovvero le femmine hanno una struttura con barbe e barbule più dense rispetto ai maschi. Questo si pensa sia correlato alla loro necessità di covare e di poter "scaldare" le uova con un piumaggio più fitto proprio in posizione ventrale.
In questi ultimi anni le relazioni tra colori e piumaggi, funzione delle penne e delle piume stanno svelando segreti rimasti nascosti da milioni di anni e spiegano anche certi comportamenti ed adattamenti. 

Penne di allocco 
Siamo certi che le penne dei rapaci notturni hanno ancora molti segreti che meritano di esser svelati, continuate a seguire Owlstorytelling.
Se vuoi partecipare a ricerche scientifiche, collaborare ai nostri progetti puoi scrivermi qui.
Alla prossima gufoavventura e un gufociao!

Pubblicazioni consigliate per la lettura approfondita dell'argomento:
Koskenpato K., Ahola K., Karstinen T. & Karell P., 2016. Is the denser contour feather structure in pale grey than in pheomelanic brown tawny owls Strix aluco an adaptation to cold environments? Journal avian Biology Vol. 47(1): 1-6 
Galeotti, P., R. Sacchi. 2003. Differential parasitaemia in the tawny owl (Strix aluco): effects of colour morph and habitat. Journal of Zoology, 261: 91-99.

martedì 12 gennaio 2016

Ordinarie storie di mobbing tra gufi, civette e altri uccelli (2° puntata - gli Eyes spot)

Iniziamo il nuovo anno nel senso della continuità... quindi parleremo di mobbing e di eyes spot nelle civette!
Questo blog nato lo scorso anno, ha riscosso un piacevole quanto inaspettato successo, grazie al fatto che è stato colto il piacere dell'autore di condividere le proprie conoscenze sui rapaci notturni. Torniamo a parlar di gufi.
Il fascino irresistibile del mobbing ha contagiato un equipe di etologi americani guidati da Caroline Depp, che hanno dedicato le loro attenzioni agli eyespots ed al loro rapporto con il mobbing aviario. 
Civetta nana e il dettaglio dei falsi occhi o eyes spot (ph. H. Sorensen)
Ma cosa sono gli Eyespot?
In alcuni Strigidi come la civetta (Athene noctua), la civetta capogrosso (Aegolius funereus) e le civette del genere Glaucidium (le civette nane) sono evidenti sulla nuca dei “falsi occhi”, che hanno sempre suscitato interesse tra gli ornitologi che da tempo cercano di comprenderne la funzionalità.
Gli eyespots hanno seguito un percorso evolutivo allineato al gruppo sistematico e nonostante siano presenti in alcuni insetti (ad esempio nella Vanessa io), pesci, mammiferi ed uccelli la loro funzionalità, muta proprio in base alle specie.
I falsi occhi sono presenti in prevalenza in piccoli Strigiformi ed è ipotizzabile, come hanno dimostrato alcuni ricercatori, che si tratti di uno strumento difensivo o disorientamento per i predatori alati o le possibili minacce che avversano questi piccoli Strigidi.

Civetta nana il divertente "fronte-retro" di questa predatrice (ph. H. Sorensen)
Tuttavia alcuni ricercatori americani hanno ipotizzato che gli eyespots abbiano forse una duplice funzione; sia i predatori, sia i mobbers, possono desistere o ridurre il mobbing in presenza di questa curiosa colorazione del piumaggio della nuca.
L’ornitologa americana Caroline Depp studiando il comportamento dei mobbers alati delle foreste nordamericane ha evidenziato che i falsi occhi sembrano risultare una buona strategia difensiva e poiché nel loro comportamento i Passeriformi spesso girano attorno al predatore mobbato, in questi casi i falsi occhi costituiscono una difesa in più ed un deterrente per i mobbers più insistenti!
Questa straordinaria aggressività manifestata con specie molto più grandi e fameliche predatrici evidenzia una grande dose di coraggio, specie se si pensa che talvolta il Mobbing può rivelarsi un clamoroso autogol.
Il falco pellegrino, ad esempio, specializzato nella caccia al volo dei piccoli uccelli quando subisce il Mobbing talvolta riesce a tramutare questi disturbi in "lauti ed inaspettati pranzi"; infatti, sono stati osservati più volte, pellegrini e  lanari capaci di tramutare un mobbing subito in un'azione di caccia vincente.
Proprio per limitare i danni, generalmente le azioni di disturbo nei confronti dei predatori vengono svolte in gruppo; nel caso dei corvidi è stato osservato che gli stormi che effettuano la carica di scherno possono essere guidati da un capo dominante, ma anche se tale gerarchia non esiste il beneficio di un attacco corale (limitazione del rischio di essere predati) riduce le azioni solitarie.

Se trovassimo stampata su un giornale la parola mobbing sarebbe associata a manifestazioni e comportamenti antropici fastidiosi ma in natura questo termine evidenzia comportamenti davvero avvincenti nei quali a volte i più piccoli si rivalgono su animali più forti; forse per mitigare le insoddisfazioni personali dovremmo prendere spunto dai pennuti!
Per chi vuole chiedere approfondimenti, notizie, vuole partecipare alle mie attività di ricerca, non esitate a scrivermi qui. 
Buona lettura e alla prossima gufoavventura. Un gufo ciao a tutti.